I soldi sul conto dell'ex pm non erano sufficiente a "coprire" i 151mila euro bloccati il 16 marzo dall'autorità giudiziaria. L'immobile si trova a Calatafimi e il provvedimento determina l'impossibilità di venderlo
L'indennità sproporzionata e i rimborsi spese
Secondo l’accusa, quando Ingroia era amministratore unico di Sicilia e Servizi (2013), società a capitale pubblico che gestisce i servizi informatici della Regione siciliana, avrebbe percepito indebitamente rimborsi di viaggio per 34mila euro e si sarebbe liquidato un'indennità di risultato da 117mila euro, sproporzionata rispetto agli utili realizzati dalla società. Per gli inquirenti si tratterebbe di una somma indebita perché la legge stabilisce che l'indennità non può superare il doppio del compenso onnicomprensivo attribuito pari, per Ingroia a 50mila euro l'anno. Nel 2013, l'ex pm ha lavorato a Sicilia e Servizi solo tre mesi, percependo quindi uno stipendio limitato a quel periodo. Per questo dunque l'indennità sarebbe del tutto sproporzionata. L'ex magistrato, dopo le accuse, si era difeso dicendo: "Ho sempre rispettato la legge".