San Valentino, ecco perché è la festa degli innamorati

Cronaca

Gianluca Maggiacomo

Diverse le leggende sull'origine della ricorrenza che celebra gli innamorati (Foto d'archivio: Getty Images)

Il 14 febbraio milioni di coppie in tutto il mondo si scambiano auguri, regali e messaggi, seguendo una tradizione antica. Una festività che si fa risalire al 496, quando papa Gelasio I l'ha voluta per sostituire una ricorrenza pagana contraria alla tradizione cristiana

Dall'Europa, dove è molto popolare, fino in America e in Asia, le celebrazioni di San Valentino sono molte e spingono gli innamorati a scambiarsi auguri, regali, fiori, pensieri e messaggi. Una festa che non conosce i segni del tempo, malgrado le sue origini siano molto antiche. Per trovare l'origine della ricorrenza bisogna andare indietro di quasi duemila anni. La festività prende il nome da San Valentino da Terni, patrono della città umbra, e fu istituita nel 496 da Papa Gelasio I.

Chi era San Valentino

Valentino da Terni è un santo e martire cristiano ed è venerato sia dalla Chiesa cattolica sia da quelle ortodossa e anglicana. È stato vescovo della città umbra dal 197 al 273. Viene festeggiato il 14 febbraio (Sky Cult e Sky Family festeggiano San Valentino) nel giorno in cui si ricorda la sua morte, avvenuta all'età di 97 anni nel 273, quando venne decapitato da un soldato romano agli ordini dell'imperatore Aureliano.

La "festa"

Secondo la tradizione, la festa di San Valentino è stata istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I con l'intenzione di sostituire le "lupercalia", ovvero una ricorrenza pagana in cui le persone offrivano riti al dio della fertilità Luperco. Le lupercalia venivano celebrate il 15 febbraio e consistevano in festeggiamenti sfrenati. L'apice della giornata si raggiungeva quando le matrone romane si offrivano spontaneamente alle frustate di alcuni giovani nudi, devoti al fauno Luperco. Anche le donne in gravidanza si sottoponevano al rituale, pensando che questo avrebbe fatto bene al bambino che di lì a poco sarebbe nato. Tuttavia tutto ciò, per la Chiesa, era in contrasto con la morale e, soprattutto, con l'idea di amore dei cristiani. Per questo motivo il papa decise di spostare la festa al giorno precedente, dedicato appunto a San Valentino, trasformandolo nel protettore degli innamorati. Da quel momento la ricorrenza ha cominciato a diffondersi, soprattutto in Italia, Francia e Gran Bretagna, attraverso i monaci benedettini, i primi custodi della basilica dedicata al santo nella città di Terni.

Perché gli innamorati ricordano San Valentino

Il motivo, o meglio, l'episodio per cui San Valentino è diventato patrono degli innamorati è avvolto dal mistero. Pare che la ragione sia da ricercare nel suo martirio. Sembra, infatti, che l'allora vescovo di Terni sia stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra una donna cristiana e un legionario romano pagano. La giovane era malata e la cerimonia si svolse in fretta. Secondo la leggenda i due sposi morirono insieme, mentre Valentino li benediceva. Secondo alcuni questa versione dei fatti non è però reale: il protagonista dell'episodio sarebbe stato un altro sacerdote. In base a un'altra leggenda Valentino avrebbe invece donato una grossa somma di denaro a una ragazza povera permettendole così di sposarsi.

La ricorrenza oggi

La festa di San Valentino così come la celebriamo oggi è arrivata molto dopo la morte del Santo. Anche in questo caso le origini sono incerte. Secondo alcuni la ricorrenza risale al Medioevo quando, soprattutto in Francia e Gran Bretagna, si riteneva che il 14 febbraio fosse il giorno di inizio dell'accoppiamento degli uccelli. Secondo molti, però, se oggi a San Valentino milioni di coppie nel mondo si scambiano auguri, messaggi, fiori e regali è merito del poeta inglese Geoffrey Chaucer, nel cui circolo prese forma la tradizione dell'amor cortese. Nell'opera "Parlamento degli Uccelli", Chaucer associa la ricorrenza di San Valentino al fidanzamento di Riccardo II d'Inghilterra con Anna di Boemia. Un esempio di amore, al punto da aver dato forma e tradizione a una festa. Una versione sulla quale non tutti gli esperti concordano.

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