Il Consiglio di Stato frena sui direttori stranieri nei musei italiani

Cronaca
La presentazione dei nuovi 20 direttori dei musei italiani, a Roma, il 15 settembre 2015
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Una sentenza rimette tutto in discussione: c'è “contrasto giurisprudenziale” fra una decisione del Consiglio, che apriva direzione a stranieri, e un regolamento che richiede “cittadinanza italiana per incarichi di livello dirigenziale”. Franceschini: “Dura fare riforme”

Il Consiglio di Stato frena sui direttori stranieri nei musei statali italiani e rimette la questione in discussione. Alla base della decisione c'è un “contrasto giurisprudenziale” fra una sentenza dello stesso Consiglio di Stato, che apriva la direzione dei musei agli stranieri, e un regolamento che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”. A districare la matassa, nei prossimi mesi, dovrebbe essere l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Il ministro Dario Franceschini, su Twitter, è stato critico: “Davvero difficile fare le riforme in Italia. Non diamo una bella immagine nel mondo”.

“Contrasto giurisprudenziale”

Alla base della decisione della VI sezione del Consiglio di Stato, quindi, c’è un “contrasto giurisprudenziale”. Nella sentenza si spiega che un precedente verdetto del Consiglio di Stato del 24 luglio 2017 “ha ritenuto che l'attività di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata a cittadini italiani e che sarebbero di per sé legittimi gli atti che hanno consentito la partecipazione di cittadini italiani dell'Unione e la loro nomina tra i vincitori”. Ma il collegio della VI sezione, ora, “ritiene che si possa dare un'interpretazione diversa”. E per questo richiama il regolamento emanato con il Dpcm 171 del 1994, “mai successivamente abrogato”, che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”. I giudici sottolineano come questa norma “sia applicabile nel presente giudizio e non si ponga in contrasto con la normativa Ue”.

La reazione di Franceschini

“Davvero difficile fare le riforme in Italia. Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato, quest'ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all'adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo?”, ha scritto su Twitter il ministro dei Beni culturali e del Turismo. Poi, a Bologna per la presentazione del programma del Pd, ha aggiunto: “Confido nella decisione finale della magistratura, ma non diamo una bella immagine nel mondo”. E ancora: “La selezione internazionale che ha portato alla guida dei più grandi musei italiani direttori italiani e stranieri ha dato grandi risultati apprezzati in tutto il mondo. Quest'ultima decisione rimette in discussione quello che era stato deciso, quindi riapre il tema della possibilità di nominare direttori stranieri nei musei italiani, quando italiani dirigono i più grandi musei del mondo".

I ricorsi

La decisione del Consiglio di Stato riguarda nello specifico due posizioni: quella di Peter Assmann per la nomina al Palazzo Ducale di Mantova e quella di Martina Bagnoli alla Galleria estense di Modena. Le nomine erano state contestate di fronte al Tar Lazio da uno dei partecipanti alla selezione, che aveva impugnato tutti gli atti del procedimento. E il Tar, accogliendo in parte il ricorso, li aveva annullati: una decisione che poggiava sul fatto che l'assegnazione dei punteggi non sarebbe stata ben motivata, che i colloqui finali si sarebbero svolti a “porte chiuse” e che, per quanto riguarda Assmann, non sarebbe potuto entrare in lizza perché non ha la cittadinanza italiana. Il ministero dei Beni culturali aveva fatto appello al Consiglio di Stato.

Le decisioni del Consiglio di Stato

Con la sentenza depositata, i giudici del Consiglio di Stato hanno respinto l'istanza del ministero secondo cui la competenza a valutare la questione non sarebbe stata del giudice amministrativo ma di quello ordinario. Non è così, è stato stabilito, perché si è in presenza di un concorso pubblico. Sui punteggi e sulle “porte chiuse”, invece, sono state accolte le tesi del ministero. Di conseguenza, la richiesta di annullare l'incarico di direttore della Galleria Estense di Modena a Martina Bagnoli è stata respinta. Il problema resta aperto, invece, per quanto riguarda Assmann e per i direttori stranieri. Per lui, in attesa della decisione definitiva, i giudici hanno stabilito che resta valida la precedente decisione e quindi la sospensione della sentenza del Tar che aveva annullato la nomina. In sostanza, per il momento Assmann rimane al suo posto a tutti gli effetti come direttore in carica. In attesa di quanto deciderà l'adunanza plenaria.

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