E' morto il filosofo Mario Perniola, tra i massimi studiosi di estetica

Cronaca

Docente universitario a Salerno e Roma, aveva pubblicato anche testi letterari e concesso ampio spazio allo studio dei mezzi di comunicazione di massa 

E’ scomparso a 76 anni Mario Perniola, uno dei più grandi filosofi contemporanei italiani. Anche saggista, scrittore, e teorico d’arte, aveva dedicato tutta la sua vita all'estetica e alla cultura del post moderno, mostrando grande interesse verso nuovi territori di indagine lontani dal mondo accademico.

Il pensiero

Nato ad Asti il 20 maggio del 1941, Perniola aveva appena pubblicato con Bompiani "Estetica italiana contemporanea. Trentadue autori che hanno fatto la storia degli ultimi cinquant'anni", in cui mostrava come l'estetica "abbia giocato un ruolo essenziale nell'autorappresentazione della società borghese", al punto da costituirne "l'inconscio politico". Già in passato aveva smosso il panorama culturale italiano con libri come "Il Sex appeal dell'inorganico", pubblicato da Einaudi nel 2004, in cui metteva in luce come rock, fantascienza, realtà virtuale, droga, cyberpunk, installazioni artistiche e metaletteratura siano ormai parte di una stessa cultura. In un altro suo lavoro fondamentale "L'arte espansa" (Mimesis 2015) teorizzava invece l'ampliamento dei confini dell'arte, spiegando che qualsiasi cosa poteva essere trasformata in opera d’arte, consapevolmente o meno, a patto che ci fosse sempre la giusta autorevolezza nel farlo, come nel caso degli objet trouvé di Marcel Duchamp.

Il percorso accademico

Professore di estetica all'Università di Salerno dal 1970 al 1983, Perniola successivamente era diventato Ordinario di estetica all'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Aveva diretto il Centro di Studio e di Documentazione "Linguaggio e pensiero" e la rivista di studi culturali e di estetica "Agalma", che ha iniziato le pubblicazioni nel 2000. Dal 1966 al 1969 era entrato in contatto col movimento d'avanguardia "Internazionale Situazionista", fondato da Guy Debord. Sempre nel 1966, aveva partecipato a una delle prime manifestazioni della contestazione studentesca in Europa e assistito al Convegno "Le Surréalisme" (Centre culturel international de Cerisy-la-Salle, 10-18 luglio 1966).  

Lo studio dei media

Fin dal 1968, aveva dedicato ampio spazio allo studio dei mezzi di comunicazione di massa. Tra i libri dedicati a questo tema, è particolarmente rilevante "Miracoli e traumi della comunicazione'' (2009) in cui si individuano quattro eventi mediatici che hanno segnato l'avvento del nuovo millennio: la contestazione studentesca nel 1968, la rivoluzione iraniana del 1979, la caduta del Muro di Berlino nel 1989, e l'attacco alle Torri gemelle di New York l'11 settembre 2001. Negli ultimi anni, il filosofo aveva condiviso numerosi interventi sui social network, sottolineando il ruolo centrale della morte assunto sulle nuove piattaforme web dopo il boom di iscrizioni degli anziani. Suoi anche il romanzo "Tiresia" (1968) e il libro di racconti "Del terrorismo come una delle belle arti" (2016).

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