In fiamme capannone nel Pavese, si segue pista dolosa

Cronaca
Foto dal profilo Twitter di Arpa Lombardia

In fiamme una struttura industriale di circa 2mila metri quadrati di Corteolona. Incendio domato, ma è allarme nube tossica. Nel rogo sarebbero bruciati plastica, pneumatici e materiali di scarto. Almeno 3 giorni per risultati rilevamenti Arpa

È stato "domato" l’incendio divampato la sera del 3 gennaio in un capannone in disuso a Corteolona e Genzone, nel Pavese. Ad annunciarlo è l’assessore all'Ambiente della Lombardia, Claudia Terzi. Dopo che erano divampate le fiamme, si era creata una lunga colonna di fumo nero che aveva avvolto buona parte della Bassa Pavese, costringendo un centinaio di persone a evacuare da Cascina San Giuseppe. Al momento la pista seguita dagli inquirenti sarebbe quella dolosa, anche se al momento le indagini restano a tutto campo. Nell'incendio sarebbero bruciati plastica, pneumatici e altri materiali di scarto e per questo c'è il rischio che si sia formata una nube tossica. Si teme quindi che ci sia il pericolo di possibili inquinamenti ambientali. Per questo proprio a Cascina San Giuseppe l'Arpa ha posizionato il campionatore ad alto volume per il monitoraggio degli inquinanti, che consente di rilevare l'eventuale presenza di diossine e ipa (idrocarburi policiclici aromatici), potenzialmente cancerogeni. L'Arpa intanto fa sapere che sono nella norma i "valori degli inquinanti generici tipici degli incendi come biossido di azoto e biossido di zolfo". I campioni raccolti per rilevare l'eventuale presenza di microinquinanti come le diossine sono stati invece inviati ai laboratori Arpa, ma per i risultati bisognerà aspettare almeno tre giorni.

Si segue la pista dolosa

Al momento è dolosa la pista seguita dagli inquirenti al lavoro sulla causa dell'incendio. Le indagini formalmente proseguono a tutto campo ma l'assenza di elettricità, che nel capannone era staccata da tempo, non lascia molte possibilità agli investigatori che cercheranno di ricostruire insieme ai vigili del fuoco le cause del rogo. Il periodo invernale, infatti, con temperature che di notte vanno sotto lo zero, porta a escludere anche la possibilità di una autocombustione. Di conseguenza, anche se al momento è presto per pronunciarsi sulla presenza di eventuali inneschi, l'ipotesi più probabile resta quella dell'atto volontario. Le forze dell'ordine stanno effettuando accertamenti tecnici e sulla proprietà, al termine dei quali l'autorità giudiziaria deciderà con quale ipotesi aprire il fascicolo e a chi delegare le indagini.

Allarme nube tossica

Fin dalle ore successive all'incendio, il sindaco di Inverno e Monteleone e quello di Corteolona e Genzone, Angelo Della Valle, avevano raccomandato ai cittadini di non uscire di casa se non strettamente necessario, di non sostare all'aperto e di non aprire le finestre, oltre che di non utilizzare, in via precauzionale, i prodotti dell'orto. "Siamo in allarme per la nube, ovviamente tossica, visto che stanno bruciando pneumatici e plastica, che si è sprigionata dall'incendio", aveva detto Enrico Vignati, sindaco di di Inverno e Monteleone, già la scorsa notte. Il primo cittadino aveva anche raccontato: "Noi sindaci della zona siamo stati contattati a due ore dall'inizio dell'incendio da un funzionario dell'Arpa il quale, considerato il rischio ambientale, ci ha chiesto di monitorare il paese".

Ordinanza sindaco: restare in casa

La zona di Inverno e Monteleone è stata quella investita in maniera più significativa dalla nube che si è sprigionata dalle fiamme. Il sindaco Vignati, quindi, ha ordinato ai cittadini residenti nelle zone circostanti - nello specifico Cascina San Giuseppe, Cascina Colombara e Cascine di Sotto - di restare in casa e di mantenere chiuse porte e finestre. L'ordinanza si estende anche alle attività commerciali e industriali, e precisa che "i prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione dei terreni posti al di fuori della zona interessata ma in zone immediatamente prospicienti, dovranno essere sottoposti prima della consumazione ad accurato lavaggio in acqua corrente e potabile". L'ordinanza prevede anche il divieto di pascolo delle bestie e la diffida all'utilizzo di foraggi eventualmente esposti alla ricaduta da combustione.

Corteolona, l'ordinanza resta attiva

L'ordinanza a tutela della popolazione di Corteolona resterà attiva "finché i vigili del fuoco non lasceranno la zona", ha comunicato il sindaco del comune lombardo, Angelo Della Valle. "I vigili del fuoco stanno ultimando di spegnere gli ultimi focolai che trovano via via spostando il materiale rimasto a terra e stanno compiendo la delicata operazione di smassamento, con grande cautela dal momento che la struttura potrebbe crollare. Non appena finiranno tutte le operazioni, certamente non entro stasera (giovedì 4 gennaio, ndr), l'ordinanza sarà prima ridimensionata e ritirata in concomitanza con l'abbandono della zona da parte dei pompieri".

Prefettura: attenzione infiammazioni a vie respiratorie

Anche la prefettura di Pavia, nella notte, era intervenuta con un comunicato in cui faceva sapere: "La popolazione è invitata a rivolgersi ai presidi sanitari per eventuali infiammazioni delle prime vie respiratorie". "A tutela della popolazione residente nelle zone limitrofe - anticipava la nota della Prefettura - è stata svolta una capillare attività di informazione con invito a tenere chiuse le finestre. A titolo precauzionale il sindaco di Corteolona e il sindaco di Inverno e Monteleone stanno predisponendo apposite ordinanze prevedendo anche il divieto di consumo di ortaggi e verdure a foglia larga".

Le foto pubblicate nella notte dal sindaco di Inverno e Monteleone, Enrico Vignati

Il capannone bruciato

Il capannone, di circa 2mila metri quadri, sembra essere in disuso da tempo, ma i residenti avrebbero raccontato di aver visto, negli ultimi mesi, camion entrare e uscire scaricando materiale. Nel vertice convocato in piena notte in Comune a Corteolona tra i sindaci e gli enti preposti all'ambiente e alla sicurezza, si è discusso anche del fatto che, almeno per ora, non sarebbero stati trovati i documenti di legge relativi a questo capannone e al suo contenuto. Tra questi documenti, anche i classamenti per gli eventuali rischi o un piano per eventuali incidenti rilevanti.

Gori sul posto. Maroni: Regione sosterrà costi bonifica

Dopo l’incendio, sul posto è arrivato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato presidente alla Regione Lombardia per il Pd. Nel capannone "da mesi venivano abusivamente stoccati rifiuti plastici", ha ricordato il primo cittadino bergamasco - che ha pubblicato anche un video su Twitter - e ha spiegato che la questione "era stata segnalata dai sindaci alla Procura e ai carabinieri alcuni mesi fa. Purtroppo nel frattempo non ci sono stati provvedimenti e non è la prima volta che succedono incendi di questo tipo, soprattutto di materie plastiche, la ragione è che la Cina ha chiuso l'importazione materie plastiche e a questo punto diventa conveniente lo smaltimento abusivo". Sul rogo è poi intervenuto anche Roberto Maroni che ha telefonato al sindaco di Inverno e Monteleone per "garantirgli il sostegno economico della Regione a copertura di tutte le spese che sarà necessario affrontare per mettere in sicurezza l'area".

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