Maltempo, con l'aumento delle temperature più alto il rischio valanghe

Cronaca

Con le precipitazioni e la colonnina del mercurio sopra gli zero gradi anche oltre i duemila metri aumentano i pericoli per gli sciatori e, soprattutto, per chi si cimenta nei fuori pista

Le nevicate abbondanti di questi giorni in alta montagna, soprattutto nell'arco alpino centro-occidentale, sono una notizia positiva per la stagione sciistica, ma l'aumento delle piogge e delle temperature, anche sopra i duemila metri, comporta un elevato rischio valanghe, in particolare per i fuori pista. Ma oltre che dalla colonnina di mercurio, il rischio valanghe dipende anche dalla pendenza delle montagne. Ecco quali sono le varie tipologie.

Le tipologie di valanga

Il rischio valanghe dipende in particolare da tre fattori quali temperatura, precipitazioni e pendenza delle montagne che possono modificare la consistenza della neve e provocarne il distacco e la caduta a valle di grosse quantità. Attualmente il rischio valanga più alto è sulle Alpi occidentali dove, secondo gli esperti, ci sarebbe un livello 4 su una scala da 1 a 5. Tra le tipologie di valanghe, una delle più comuni è quella a pera che può verificarsi dopo abbondanti precipitazioni nevose, ma non sarebbe particolarmente pericolosa. Più rischiose, invece, sarebbero le valanghe a lastroni, provocate in particolare dagli sciatori fuori pista e che consistono nel distacco dalla parete montuosa di blocchi consistenti ed estremamente pericolosi, la cui velocità di caduta cresce in proporzione alla pendenza. Con l'aumento delle temperature, cresce anche la probabilità di valanghe a neve umida, tipiche della stagione primaverile. Ma la tipologia sicuramente più pericolosa per l'incolumità degli sciatori è la valanga a nube che può raggiungere anche i 350 chilometri orari di velocità a seconda della pendenza.

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