Istat: vivere in grandi città costa 500 euro in più al mese
CronacaL’Istituto di statistica ha pubblicato l’annuario del 2017 da cui emerge anche che sono sempre più i nuclei familiari con una sola persona, mentre diminuiscono quelli composti da 4 o più componenti. Aumentano i ragazzi tra i 18 e i 34 anni che restano con i genitori
Le famiglie italiane sono sempre meno numerose e aumentano i ragazzi tra i 18 e i 34 anni che rimangono in casa dei genitori rinunciando a formare un proprio nucleo familiare. A dirlo è l’annuario Istat 2017 pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica. Dal report emergono anche altri dati significativi come quelli relativi all’aumento del costo della vita nelle grandi città oppure la percentuale di studenti stranieri nelle scuole italiane.
Sempre più famiglie mononucleari
Secondo quanto riportato dall’annuario Istat 2017, anche quest’anno risultano in aumento le famiglie composte da una sola persona (da 20,5% a 31,6%), mentre si riducono quelle di cinque o più componenti (da 8,1% a 5,4%). Negli ultimi 20 anni, spiega l'Istituto nazionale di statistica, il numero medio di componenti in famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016). Secondo l’Istat, il fatto che quasi una famiglia su tre sia composta da una sola persona è conseguenza di "profonde trasformazioni demografiche e sociali che hanno investito il nostro Paese: il progressivo invecchiamento della popolazione, innanzitutto, ma anche l'aumento delle separazioni e dei divorzi, così come l'arrivo di cittadini stranieri che, almeno inizialmente, vivono da soli". Oltre a questo, fa notare l’Istituto, incide il dato secondo cui le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni rispetto all'anno precedente sono quelle numerose, soprattutto coppie con tre o più figli minori (dal 18,3% del 2015 al 26,8% del 2016).
Anche al Sud famiglie meno numerose
Il trend delle famiglie poco numerose investe anche il Sud, dove c'è comunque il più alto numero di componenti per nucleo. Qui, evidenzia Istat, è presente una graduale riduzione della dimensione familiare: da un numero medio di componenti pari a 3,1 (media 1995-1996) a un numero medio pari a 2,6 (media 2015-2016). Dal confronto territoriale sulla dimensione familiare (media 2015-2016), emerge che la ripartizione geografica con la quota più elevata di famiglie mononucleari è il Centro (34,4 per cento). Il Sud, invece, registra la percentuale più bassa (28,25%). All'opposto, per le famiglie con cinque o più componenti, è il Sud a mostrare la quota più alta (7,5%), mentre il Nord-ovest evidenzia quella più bassa (4,25%).
Sempre più ragazzi restano con i genitori
Oltre alle famiglie formate da una singola persona, secondo quanto riportato da Istat, sono in aumento anche i ragazzi che preferiscono restare nel proprio nucleo anziché formarne uno nuovo. Infatti, soltanto un terzo (precisamente il 31,4%) dei figli di età compresa tra 18 e 34 anni lascia la famiglia di origine per farsene un’altra (24,1%) o per andare a vivere da soli (7,2%). Oltre questa fascia d’età, è pari al 63,9% la percentuale delle persone che tra i 35 e i 54 anni diventa genitore, mentre dai 55 ai 64 anni diminuisce il numero di genitori in coppia (44,2% delle persone) e aumenta quello di chi vive in coppia senza figli (27,7%), anche perché questi ultimi iniziano a lasciare la famiglia di origine.
Grandi città sempre più care
Una delle ragioni per le quali i ragazzi sono sempre più restii a lasciare il proprio nucleo familiare per andare a vivere da soli o formare un’altra famiglia è il costo sempre più alto della vita. Specialmente nelle grandi città dove, secondo i dati diffusi da Istat, "le famiglie residenti nei comuni centro dell'area metropolitana spendono in media 2.899,21 euro", ovvero "491 euro in più" rispetto ai comuni fino a 50mila abitanti (2.407,82 euro). Insomma, nel solo anno 2016 lo scarto, calcolato in esborso medio mensile, tra le famiglie dei centri urbani maggiori e quelle dei municipi medio-piccoli è di quasi 500 euro (+20,4%).
Calo generale degli studenti, il 10% sono stranieri
Tra i dati diffusi, ci sono anche quelli relativi all’istruzione. In particolare, l’Istituto di statistica mette in luce il numero generale di studenti (in diminuzione) e quello degli stranieri nelle nostre scuole (che sono il 10,1% del totale). Il report conferma che nell'anno scolastico 2015-2016 è stato registrato un calo di ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado: si contano 8.807.146 studenti, 62.273 in meno rispetto all'anno precedente. Il tasso di scolarità delle persone tra i 14 e i 18 anni, considerando solo gli iscritti alle superiori, è del 92,8%, ma tenendo conto del sistema formativo nel suo complesso, inclusi quindi anche gli iscritti alla filiera della formazione professionale, sale al 98,5%.