Terremoto Emilia, 50 indagati a Ferrara per truffa

Cronaca
Sono 50 gli indagati per la ricostruzione post terremoto (foto: Archivio)
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Avrebbero distratto allo Stato 10 milioni di euro. Le domande di finanziamento per la ricostruzione venivano effettuate per edifici danneggiati prima del terremoto o non idonei. Il 30% dei controllati risulta non in regola

Richiedevano finanziamenti per ricostruire edifici che, al momento del sisma, erano già inagibili. Altre volte, invece, gli edifici non erano nemmeno lesionati. La lotta ai “furbetti del terremoto” dell'Emilia ha portato a diversi risultati giudiziari, grazie al lavoro di indagine della Guardia di Finanza (e alle segnalazioni dei cittadini) che ha sottoposto a indagine 50 persone, per un totale di 10 milioni di euro di finanziamenti richiesti.

Truffe da 10 milioni di euro

Le fiamme Gialle hanno scoperto un sistema di truffe per 10 milioni di euro messo in atto da 50 "furbetti del dopo terremoto", ora indagati per truffa allo Stato e falsità ideologica per aver chiesto, in parte ottenuto, contributi per la ricostruzione dopo il sisma del 2012. Tra le altre, la Compagnia delle Fiamme Gialle di Ferrara ha denunciato una società di locazioni immobiliari di beni propri per aver falsamente dichiarato un edificio lesionato e richiesto un contributo indebito di 2 milioni di euro. Questa è solo una delle tante perizie effettuate. Le ispezioni, infatti, sono finora più di cento, e hanno permesso di scoprire un dato allarmante: oltre il 30% dei controllati, tra cittadini e imprese che hanno richiesto i fondi regionali per la ricostruzione, sono risultati irregolari.

I numeri

I contributi illecitamente richiesti ammontano a circa 10 milioni: 3 milioni già erogati, per altri 7 è scattato lo stop e sono stati oggetto di revoca. Sui 50 indagati sono in corso le valutazioni giudiziarie di procura e Gdf. Le verifiche effettuate rientrano fra le attività delle Fiamme Gialle in materia di controllo della spesa pubblica, finalizzate - spiega la nota della Finanza di Ferrara - "a contrastare fenomeni di malversazione, indebita richiesta e percezione, truffa e truffa aggravata in danno dei bilanci pubblici". In particolare, i casi sui quali sono in corso indagini da tempo, hanno permesso di accertare che gli immobili di proprietà sia di imprese che di cittadini controllati erano già inagibili prima delle scosse del sisma del 20 e 29 maggio 2012. Si è inoltre riscontrato - continua la nota - che “i soggetti beneficiari avevano falsamente attestato i requisiti richiesti per poter usufruire del finanziamento”.

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