In Evidenza
Altre sezioni
altro

Carceri, Antigone: superati i 58mila detenuti, sovraffollamento a 115%

Cronaca
Una decina gli istituti in cui i detenuti non hanno a disposizione nemmeno 3 metri quadri a testa all'interno delle celle (La Presse)

I dati dell'associazione raccolti a fine novembre: nello stesso periodo del 2016 le persone dietro le sbarre erano quattromila in meno

Condividi:

Gli istituti di pena italiani ospitano oltre 58mila detenuti, con un affollamento medio del 115%. Sono i dati raccolti a fine novembre e presentati il 7 dicembre da Antigone, associazione che si batte per i diritti nelle carceri.

Un anno fa quattromila in meno

Nello stesso periodo del 2016 – rileva sempre Antigone – le persone dietro le sbarre nel nostro Paese erano quasi quattromila in meno. Una situazione che fa tornare di attualità la questione del sovraffollamento carcerario, pari al 115,1% secondo la media delle case circondariali prese in considerazione. I cinque istituti a rischio “esplosione” sono Lodi, dove l'affollamento è del 204,4%, Larino, in Molise (195,3%), Como (194,8%), Brescia (183,3%) e Bergamo (183,2%).  

Gli stranieri in carcere

Stando ai dati dell'Osservatorio Antigone – una parte di quelli raccolti dai circa 70 osservatori autorizzati dal ministero della Giustizia a visitare le oltre 200 prigioni italiane – i detenuti stranieri risultano essere il 34,2%. Concentrati, per la maggior parte, a Bolzano (79,3%), Arbus “is Arenas” (74,2), Imperia (73,2), Trento (70,6) e Rovigo (68,7). L'associazione estrapola anche il rapporto detenuti-agenti, che è in media di 1,7 (ossia un agente ogni 1,7 detenuti), con picchi più alti – pari al 2,9 – a Rebibbia e Pavia. Quello tra detenuti ed educatori è invece di 77,4, con il record negativo fatto registrare dalla Casa circondariale di Busto Arsizio (196,5) e il rovescio della medaglia rappresentato dalla Casa di reclusione di Eboli – “Icatt” (21,5).

Poco spazio e riscaldamento che non va

Per quanto riguarda i contatti dei detenuti con l'esterno, interessante scoprire come soltanto in tre carceri – Bari, istituto femminile di Pozzuoli e Milano “Opera” – sia consentito l'utilizzo di Skype per i colloqui a distanza con i familiari, mentre i carcerati hanno accesso a Internet in due istituti: “San Michele” di Alessandria e Fossombrone, nelle Marche. Tante le case di reclusione – oltre una decina, al nord come al sud – in cui non sono garantiti i 3 metri quadri per persona, la soglia minima per una detenzione dignitosa. E in alcune carceri non funziona il riscaldamento, come a Catania “Bicocca”, Bologna “Dozza”, Regina Coeli (Roma), Napoli - Poggioreale, Palermo “Pagliarelli” e Termini Imerese.

Il richiamo di Strasburgo

Sulla questione del sovraffollamento delle carceri italiane era intervenuta tre mesi fa anche Strasburgo: allora anche il rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa aveva registrato una crescita della popolazione carceraria nel nostro Paese, con un aumento di quasi duemila detenuti nei primi sei mesi del 2016 e la denuncia di casi di maltrattamento dietro le sbarre.