Decisione del Gup del tribunale di Siena, che ha accolto la richiesta della Procura. L’inchiesta da Milano alla città toscana perché è qui che si sarebbe compiuto il reato: il presunto pagamento del pianista Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul “caso olgettine”
L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. Il Gup del tribunale di Siena Roberta Malavasi, infatti, ha accolto la richiesta di processo formulata dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta Ruby ter. Il procedimento è fissato per il primo febbraio. L'inchiesta è giunta a Siena da Milano per competenza territoriale. È nella città toscana, infatti, che si sarebbe compiuto il reato: Berlusconi avrebbe pagato Danilo Mariani, pianista delle feste di Arcore, per indurlo a falsa testimonianza sul “caso olgettine”.
A giudizio anche Mariani
Durante l'udienza, il Gup ha respinto le eccezioni preliminari presentate dalla difesa dell'ex premier sull'incompetenza territoriale e sull'inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche. A giudizio, per il reato di falsa testimonianza, anche il pianista di Arcore Danilo Mariani, senese. Secondo l'accusa, i bonifici mensili da 3mila euro effettuati da Berlusconi a Mariani come "rimborsi spesa" sarebbero invece dei pagamenti per indurre il musicista a non dire la verità. Berlusconi era assente in aula.
Un filone del Ruby ter
Nell'ambito del processo "Ruby ter", ora spacchettato in diverse Procure, Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari per le testimonianze nei processi sui rapporti con Karima El Mahroug (Ruby) e sul reclutamento delle altre ragazze per le feste nella villa di Arcore. Questo di Siena è uno dei filoni dell'inchiesta. Nell'aprile 2016, infatti, il Gup di Milano ha disposto lo spacchettamento del processo principale e ha trasferito gli atti a sette diverse Procure per competenza territoriale: Torino, Pescara, Treviso, Roma, Monza e Siena, oltre al filone principale di Milano. Il gup accolse in parte l’istanza delle difese, secondo cui per stabilire il tribunale competente a giudicare sugli episodi di presunta corruzione è necessario verificare dove sia avvenuto il primo episodio contestato.