Almaviva, giudice del lavoro ordina il reintegro di 153 licenziati

Cronaca
Una manifestazione contro i licenziamenti in Almaviva
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L'azienda nello scorso dicembre ha chiuso lo stabilimento di Roma, in 1.666 hanno perso il posto. La sentenza: illegittima discriminazione. La società: decisione del magistrato è caso isolato 

Saranno riassunti i 153 ex dipendenti del call center Almaviva Contact che avevano fatto ricorso contro il loro licenziamento, ritenuto oggi illegittimo dal giudice del lavoro di Roma. L'ordinanza di primo grado ha condannato infatti l'azienda a reintegrare gli stessi lavoratori e a corrispondere loro, come risarcimento danni, un'indennità (comprensiva degli interessi) pari agli stipendi maturati dal giorno del licenziamento fino a quello del reintegro.

Il magistrato: illegittima discriminazione

Per il magistrato, la scelta di Almaviva Contact - che lo scorso dicembre ha chiuso lo stabilimento di Roma licenziando 1.666 persone - è stata "una vera e propria illegittima discriminazione" legata alla mancata accettazione di un taglio del salario.

Almaviva: decisione giudice è caso isolato

Per Almaviva Contact, la decisione del giudice è un caso isolato, visto che - fa notare l'azienda - 9 magistrati su 10 (in oltre 20 sentenze) si sono già espressi seguendo un orientamento diverso e dichiarando pienamente legittima la condotta aziendale.

Futuro incerto

Il futuro dei 153 lavoratori coinvolti resta dunque abbastanza incerto. L'azienda li riammetterà, come previsto dall'ordinanza, ma in una delle sedi ancora attive e non più a Roma, dove ormai il sito del call center è chiuso. Inoltre, Almaviva Contact impugnerà immediatamente la sentenza con l'obiettivo di revocarne al più presto gli effetti.

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