Torino, bimba con il tetano è salva: lascia il reparto di rianimazione

Cronaca
Un medico esegue una vaccinazione (archivio Getty Images)

La piccola di sette anni era stata ricoverata lo scorso 8 ottobre in seguito ai classici sintomi della malattia. Successivi esami avevano accertato che la paziente non era vaccinata, come prevede la legge dal 1963

La bambina di 7 anni ricoverata nelle scorse settimane per un'infezione da tetano è salva. Lo ha comunicato la dirigenza dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove la piccola si trovava dallo scorso 8 ottobre.

Sciolta la prognosi

Secondo quanto reso noto dai vertici dell'ospedale torinese, la paziente è stata trasferita dal reparto di rianimazione, diretto dal dottor Giorgio Ivani, a quello di degenza. La prognosi è stata sciolta e le condizioni della bambina continuano a migliorare.

Il ricovero l'8 ottobre

La piccola era stata ricoverata lo scorso 8 ottobre in seguito a una crisi che presentava i tipici sintomi dell'infezione da tetano tra cui spasmi e convulsioni. Dopo essere entrata in ospedale, è stata sottoposta alla profilassi e sedata. I medici avevano confermato fin dall'inizio che la bambina non era stata vaccinata contro il tetano, il cui antidoto è uno dei dieci obbligatori stabiliti dal decreto Lorenzin per la frequenza scolastica. Dopo il ricovero nel reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita, i medici si sono detti "moderatamente ottimisti", pur mantenendo riservata la prognosi in attesa di conoscere l'esito degli esami.

La conferma del tetano il 18 ottobre

La conferma sulla reale infezione da tetano è arrivata il 18 ottobre dall'ospedale Amedeo di Savoia, specializzato nella diagnosi e nella cura delle malattie infettive. Gli stessi esami hanno confermato che la bambina non era vaccinata nonostante il vaccino contro il tetano sia obbligatorio in Italia dal 1963. Già dal decimo giorno di ricovero, i medici avevano reso noto che le condizioni della paziente miglioravano "molto lentamente e progressivamente". Il dottor Giorgio Ivani, primario del reparto di rianimazione, aveva affermato al tempo: "La letteratura indica un rischio di crisi per almeno trenta giorni. Trattandosi di una bambina piccola, che al momento del ricovero presentava sintomi importanti, è quindi necessario resti in rianimazione, dove può essere tenuta sotto stretto controllo, per almeno un mese, benché sia cosciente e orientata". Il 7 novembre, infine, la bambina è stata dichiarata fuori pericolo. Non è stato per il momento possibile accertare in che modo abbia contratto la malattia.

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