Conclusa la vendemmia 2017: è la più scarsa dal dopoguerra

Cronaca
In ogni caso, la qualità delle uve della vendemmia 2017 sarà molto buona: i prezzi dei prodotti legati saliranno (Getty Images)

La raccolta di uva in Italia cala del 26 percento rispetto al 2016. Ma restiamo i primi produttori mondiali. Qualità alta, in crescita i prezzi: record storico di esportazioni

Addio a più di una bottiglia su quattro. È questa la conclusione della vendemmia 2017, la più scarsa dal dopoguerra. Il taglio della produzione è stato infatti del 26 percento rispetto al 2016.

Siccità estrema

L'indagine della Coldiretti fotografa una situazione difficile, con un calo davvero molto significativo rispetto alla scorso anno. La vendemmia 2017 è stata la più anticipata degli ultimi 10 anni: è infatti cominciata il 4 agosto, per terminare tre mesi più tardi con l'arrivo della tanto attesa pioggia. Nel frattempo, però, una siccità estrema ha fortemente condizionato i risultati della raccolta delle uve.

Rispettate le previsioni

E' proprio il clima anomalo la ragione principale del calo del 26 percento della produzione di vino, una cifra che non si discosta di molto dalle stime previste all'apertura. Secondo la Coldiretti, oltre il 40 per cento dei 40 milioni di ettolitri di produzione totale Made in Italy 2017 è stata destinata ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Il 30 percento della produzione andrà ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia mentre il restante 30 percento sarà utilizzata per i vini da tavola.

Resta il primato mondiale

La vendemmia più scarsa del dopoguerra non toglie comunque all'Italia il primato mondiale tra i produttori di vino, complice anche il calo a livello globale. La vendemmia è stata infatti molto difficile in tutta Europa, dove si stima una produzione di 145 milioni di ettolitri, vale a dire un 14 percento in meno rispetto al 2016. I motivi, come spiega il Copa/Cogeca (l'Organizzazione europea degli agricoltori e delle loro cooperative), sono sempre gli stessi: cambiamento climatico ed eventi estremi.

Calo generale in Europa

La Francia, storico rivale dell'Italia, raggiungerà il minimo storico di produzione con 37 milioni di ettolitri, con un 18 percento in meno del 2016. Ancora più forte il calo per la Spagna, che arriverà a produrre 36 milioni di ettolitri pagando un calo del 20 percento. L'unico paese in controtendenza è invece il Portogallo, dove si prevede un aumento del 10 percento della produzione di vino, pur su volumi più bassi rispetto ai tre principali produttori.

Giù gli Usa, sale l'Australia

Le difficoltà europee fanno crollare la produzione di vino a livello mondiale che, secondo l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), segnerà un -8,2 percento con 246,7 milioni di ettolitri: il risultato più scarso da diversi decenni. Gli Stati Uniti arretrano dell'1 percento con una produzione di 23,3 milioni di ettolitri condizionata anche dagli incendi che hanno colpito nelle scorse settimane la Napa Valley. Gli Usa rimangono comunque al quarto posto tra i produttori mondiali, davanti all'Australia che registra una crescita del 6 percento con 13,9 miliondi ettolitri.

Su i prezzi, il consumo cresce

Se la vendemmia 2017 è scarsa dal punto di vista quantitativo non si può dire lo stesso da quello qualitativo. L'uva è definita molto buona in tutta Europa. Due fattori che combinati non potranno fare altro che portare a un aumento dei prezzi, che sarà comunque non sufficiente a compensare alcuni produttori per le ingenti perdite di raccolto subite. Non sono comunque previsti stop al consumo, che nel 2017 ha raggiunto i 243,2 miliondi ettolitri a livello mondiale. Cifre molto importanti per l'Italia, che registra un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5 percento), Igt (+4 percento) e spumanti (+6 percento), secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea relativi al primo semestre. Signficativo il balzo in avanti del consumo domestico (+3 percento) con una svolta decisa verso i prodotti di qualità, come testimonia anche il calo dei vini comuni (-4 percento).

Record di esportazioni

Dopo 30 anni di calo continuo che hanno portato a un dimezzamento dei consumi e al minimo storico dall'unità d'Italia di 33 litri a persona all'anno, la parabola torna dunque in crescita anche se i 45 litri pro capite della Francia restano ancora lontani. Positivi anche i dati sulla vendita del vino italiano all'estero con un aumento dell'8 percento rispetto ai 5,6 miliardi di euro su base annuale del 2016. Secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell'anno, il 2017 farà segnare il nuovo record storico di esportazioni grazie soprattutto alla crescita delle vendite di spumante (+15 percento).

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