Il tartufo bianco schizza a 6mila euro al chilo: è record

Cronaca
Un tartufo bianco di 900 grammi venduto per 105mila euro a un'asta tenuta ad Alba nel 2010 (Getty Images)
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Lo rivela un'analisi della Coldiretti, secondo la quale a influire sull'aumento dei prezzi sono state le condizioni climatiche non favorevoli come il caldo eccessivo e l'anormale grado di siccità

I prezzi del tartufo bianco sono schizzati al massimo storico. Lo rivela un'analisi della Coldiretti, in cui viene precisato che il prezioso tubero è arrivato a toccare i 6mila euro al chilo al borsino del tartufo di Alba, punto di riferimento a livello nazionale.

Mai così caro

Nella sua analisi, la Confederazione dei coltivatori spiega come nel 2017 siano state superate tutte le quotazioni più elevate degli ultimi cinque anni. L'annata in corso batte anche quelle del 2012 e del 2007, quando per avere un chilo di tartufo bianco si dovevano spendere, rispettivamente, 5mila e 4500 euro. A far balzare il prezzo dell'alimento sono state, spiega la Coldiretti, le condizioni climatiche non favorevoli come il caldo e la siccità anomali. "Perché il Tuber magnatum Pico - sottolinea la Coldiretti – si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi, sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione".

In Italia 200mila raccoglitori

La notizia del rincaro record giunge a pochi giorni dalla proclamazione di Alba come "Città Creativa per la Gastronomia" da parte dell'Unesco. Un titolo che riconosce la vocazione della città nella valorizzazione dei propri patrimoni anche grazie a manifestazioni come la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba. L'impennata delle quotazioni riguarda in realtà tutte le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo in corso lungo tutto lo Stivale. In Italia, infatti, come precisa la Coldiretti, sono coinvolti circa 200mila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro. La Fiera del Tartufo è un appuntamento che rappresenta un'ottima occasione per acquistare o assaggiare il rinomato prodotto nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti, ma anche per difendersi dal rischio dell'inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane.

Verificare le indicazioni

Proprio in virtù del particolare pregio del prodotto, la Coldiretti invita a verificare l'indicazione, il luogo di raccolta o coltivazione, dell'origine in etichetta o su appositi cartellini. La denominazione deve essere riportata obbligatoriamente da quest'anno, spiega la Coldiretti. Il riferimento è al provvedimento emanato dalla Commissione Europea che impone le  indicazioni obbligatorie sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione. Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all'Umbria, dall'Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori battuti dai ricercatori. Il tartufo - riferisce la Coldiretti - è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell'albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia, il tartufo deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio al tipo di albero presso il quale si è sviluppato.

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