Bolzano, 10 medici indagati per la morte del profugo 13enne disabile

Cronaca
Immagine d'archivio (Fotogramma)
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L'accusa è omicidio colposo. Il decesso è avvenuto a seguito di una frattura a entrambe le gambe. Il ragazzo, in città da poco con la famiglia, era malato di distrofia muscolare. Espulso dalla Svezia, anche l'Alto Adige lo aveva escluso dai beneficiari dell'accoglienza

Dieci medici dell’ospedale di Bolzano “San Maurizio” sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte del profugo disabile di 13 anni, deceduto lo scorso 8 ottobre dopo essere caduto dalla sedia a rotelle.

In città da alcuni giorni

Il ragazzo curdo-iracheno, malato di distrofia muscolare, è morto all’ospedale del capoluogo altoatesino pochi giorni dopo essere arrivato in città con i genitori. La famiglia, originaria di Kirkuk, da cui era fuggita nel 2015, si era vista rifiutare dalla Svezia la richiesta di protezione internazionale e, non essendo beneficiaria di servizi di accoglienza in Italia, aveva passato diverse notti all’aperto.  

I tre ricoveri in ospedale

Il 13enne era stato visitato tre volte all’ospedale di Bolzano. La prima volta risale al 2 ottobre, a seguito di difficoltà respiratorie, la seconda al giorno successivo. Il 6 ottobre invece, il ragazzo era tornato in ospedale per la frattura di entrambe le gambe dopo una caduta dalla serie a rotelle (provocata da una barriera architettonica nel tragitto dalla Questura alla mensa della Caritas). Il bambino era quindi stato ricoverato in rianimazione, dove è deceduto.

Avvisi di garanzia: "un atto dovuto"

I dieci medici di vari reparti iscritti nel registro degli indagati si sono occupati del piccolo in diversi momenti durante i suoi ricoveri. Gli avvisi di garanzia per omicidio colposo, è stato precisato, sono un atto dovuto per consentire ai medici di nominare consulenti di parte in vista dell'autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni. L'inchiesta della procura di Bolzano segue due filoni: uno con l'ipotesi di reato di omissione d'atti d'ufficio e la mancata accoglienza della famiglia in strutture ufficiali, l'altro, appunto, per omicidio colposo e riguarda i ricoveri in ospedale del 13enne. 

Le proteste delle associazioni

La morte del piccolo ha suscitato diverse polemiche. Cortei si sono svolti per protestare contro i metodi di accoglienza addottati dall'Alto Adige che, in applicazione della Circolare Critelli, escludono dai beneficiari dell'accoglienza i migranti non assegnati dal ministero dell'Interno. Le associazioni umanitarie, oltre a chiedere il ritiro della circolare, hanno chiesto le dimissioni dell'assessore altoatesino alla salute, Martha Stocker.

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