Dopo sette "no", arriva il sì di un papà: bimba down affidata a single

Cronaca
Immagine d'archivio (Getty Images)
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La legge italiana non prevede la possibilità per una persona sola di adottare, salvo in casi eccezionali. Per il momento la piccola è in pre-affidamento e, tempo qualche mese, il giudice dovrà decidere se rendere definitiva l'adozione oppure no

Sette coppie hanno detto di no. Ma alla fine un papà ha detto sì. Una bimba down, abbandonata dalla madre biologica in ospedale, potrebbe aver finalmente trovato una famiglia, composta da lei e dal suo nuovo papà single. Come riportato dal quotidiano Il Mattino, dopo i sette rifiuti ricevuti per l’adozione della bambina, il Tribunale dei Minori di Napoli ha infatti deciso di affidarla a un single. Un percorso che, se il giudice dovesse dare parere positivo, porterà la bambina ad essere adottata da una sola persona, e non da marito e moglie come è previsto per legge.

Sette rifiuti per l'adozione

La piccola non è stata riconosciuta dalla madre che, partorendo in anonimato, ha usufruito della possibilità offerta dalla legge. Di conseguenza, la bambina è stata immediatamente dichiarata adottabile e il Tribunale dei Minori ha avviato le procedure per trovarle una famiglia. Sette di quelle in lista d’attesa hanno però detto no. Il successivo, in graduatoria, era un single che aveva in precedenza avanzato la richiesta di accudire un disabile, senza alcuna condizione.

Cosa prevede la legge

Di fatto in Italia non è consentito ai single di adottare, salvo in casi particolari. Questi includono le situazioni in cui il minore è disabile e orfano (o, come in questo caso, non riconosciuto dai genitori biologici), come previsto dall’articolo 44.c della legge 184 del 1983 (Diritto del minore ad una famiglia). Per questo motivo, al momento la bimba si trova in pre-affidamento al single. Il giudice, prima di arrivare alla decisione definitiva, valuterà l’inserimento della bimba nella nuova famiglia e monitorerà la situazione. Il “periodo di prova” dovrebbe durare intorno ai dieci mesi e se si dovesse concludere con un sì da parte del giudice, la nuova famiglia di papà e figlia costituirebbe uno dei pochi casi in Italia di questo tipo.

"In questa vicenda emerge crudeltà della legge"

"Una legge ipocrita e crudele". Critica così il testo del 1983 Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, rete che opera nel campo dei diritti civili. "Se sei single in Italia non puoi adottare, visto che la legge in vigore prevede che all'istituto possano accedere solo le coppie etero sposate", scrive Mancuso. E a proposito del caso della bimba down e del papà continua: "In questa vicenda emerge tutta la crudeltà di una legge che non pone al centro il diritto dei bambini a poter crescere grazie a figure genitoriali dedicate, ma è ancora ancorata a pregiudizi che in tutte le democrazie del mondo sono da molto tempo stati superati". "Dopo il lavoro istruttorio da parte della Commissione Giustizia della Camera, che in una importante relazione propone l'apertura alle adozioni alle persone single e alle coppie omosessuali – conclude Mancuso - tutto è stato insabbiato, con buona pace della ipocrita retorica italiana sulla tutela dei bambini".

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