Traffico di rifiuti: sequestro impianti Cementir, Ilva, Enel in Puglia

Cronaca
La centrale termoelettrica Federico II a Cerano, Brindisi (Ansa)
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L'ipotesi investigativa è che il cemento sia stato prodotto utilizzando scarti tossici e ceneri pericolose. Sono 31 le persone indagate. Il gip ha disposto la facoltà d'uso provvisoria alle tre società per un periodo non superiore a 60 giorni

Un'inchiesta della Dda di Lecce su un presunto traffico illecito di rifiuti ha portato al sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza della centrale Enel Federico II di Cerano, a Brindisi, dello stabilimento di Taranto “Cementir Italia spa” e i parchi “loppa d'altoforno, nastri trasportatori e tramogge” di quest'ultima fabbrica e del siderurgico Ilva di Taranto. Al centro dell'indagine la qualità del tipo di ceneri vendute da Ilva alla Cementir di Taranto per produrre cemento, risultate non in linea con le norme di legge, e le ceneri vendute dalla centrale Enel di Brindisi, sempre per produrre cemento, classificate come rifiuto semplice e che invece, per i suoi componenti, erano da considerarsi pericolose. 

Sequestro beni Enel per 523 milioni

Il sequestro della centrale Enel è stato fatto con facoltà d'uso e con l'obbligo di seguire prescrizioni. I finanzieri hanno eseguito nei confronti di Enel Produzione spa un sequestro per equivalente dell'ingiusto profitto che avrebbe ricavato, pari a 523 milioni e 326mila euro, per il periodo settembre 2011 - settembre 2016. Il sequestro di beni riguarda saldi attivi di conti correnti, quote e/o partecipazioni azionarie, depositi, titoli, crediti, beni mobili registrati e immobili.

Ci sono 31 indagati

Gli indagati sono 31 e fanno parte delle tre aziende coinvolte. Per loro l’accusa è di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzate. Nel provvedimento il gip ha disposto per le tre aziende la facoltà d'uso provvisoria degli impianti sequestrati, per un massimo di 60 giorni, subordinata ad alcune prescrizioni.

Procuratore Lecce: dirigenti Enel sapevano 

"Secondo la nostra ricostruzione e da quello che emerge dalle intercettazioni, i dirigenti Enel sapevano della circostanza" che le ceneri inviate alla Cementir per la produzione di cemento non erano in regola, ha detto il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castris. "Lo sapevano anche perché l'impianto preposto allo stoccaggio delle ceneri pericolose c'era, e la cosa secondo noi più grave è che non venisse utilizzato. Per Enel la convenienza stava proprio nell' 'eliminare' la procedura di eliminazione del rifiuto". 

Procuratore: nessun problema salute pubblica

"Ora ci saranno indagini di Arpa e ministero della Salute, ma mi sento di dire al momento che non ci sono problemi per la salute pubblica”, ha aggiunto il procuratore di Lecce. Enel ha replicato con una nota dicendo che “l’azienda confida che nel corso delle indagini potrà dimostrare la correttezza dei propri processi produttivi e presterà ogni utile collaborazione alle Autorità inquirenti".

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