Licata, minacce di morte al commissario del Comune

Cronaca
Il palazzo comunale di Licata (foto dal profilo Facebook della Città di Licata)

Maria Grazia Brandara, subentrata al sindaco anti-abusivismo Angelo Cambiano, ha replicato su Facebook: "Una vigliaccata". Era già stata vittima di intimidazioni nel 2016

Un messaggio intimidatorio è stato recapitato a Maria Grazia Brandara, commissario straordinario a Licata, nell'Agrigentino, arrivata dopo le dimissioni del sindaco anti-abusivismo Angelo Cambiano, sfiduciato dal Consiglio comunale. La donna ha denunciato il fatto alle Forze dell'ordine. 

Il messaggio su Facebook

Brandara via Facebook ha fatto sapere di sentirsi "frastornata, ferita ma anche e soprattutto dispiaciuta perchè – ha spiegato in un post – mio malgrado divengo, ancora una volta, causa di preoccupazione per la mia famiglia, per i miei affetti e per chiunque mi voglia bene. Tuttavia – ha scritto ancora – quel che è accaduto non riuscirà a farmi cambiare idea su Licata e sui licatesi. E non permetterò a nessuno di approfittare di questa vigliaccata per buttar loro fango addosso. La viltà di uno o di pochissimi abitanti di una città di cui non sono degni, non riuscirà ad affermarsi sulla dignità ed il valore della stragrande maggioranza".

L'abusivismo a Licata e l'ex sindaco

Brandara ha sostituito Cambiano, il primo cittadino sfiduciato ad agosto scorso dal Consiglio comunale di Licata, cittadina di 38mila abitanti in provincia di Agrigento. Anche Cambiano, conosciuto per le sue lotte contro l'abusivismo, in passato era stato oggetto di intimidazioni. Era stata la stessa Brandara, che aveva guidato il Comune sempre da commissario tra dicembre 2014 e giugno 2015, a stanziare i fondi per le demolizioni degli immobili abusivi, circa 17mila in totale, come scrive il "Giornale di Sicilia". Ricordando come poi la volontà di Cambiano di attuare i decreti di demolizione avesse "sollevato l'ira di migliaia di suoi concittadini".

Crocetta: "Concreta minaccia di vita"

Un'altra lettera intimidatoria, con allegate due cartucce di fucile, era stata recapitata nel luglio 2016 alla Brandara, ritenuta vicina politicamente al presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. "La lettera di minacce non è soltanto terrificante – ha commentato proprio Crocetta – ma rappresenta una concreta minaccia alla vita dell'attuale commissario".

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