La madre della sedicenne uccisa dal fidanzato aveva denunciato i comportamenti violenti del giovane. Intanto il ministro della Giustizia Orlando ha avviato accertamenti preliminari sulla procura per i minori di Lecce che aveva ricevuto le denunce
Il Csm verificherà "se ci sono stati problemi, omissioni oppure no", nella vicenda che ha portato all'omicidio di Noemi Durini, la ragazza 16enne uccisa dal fidanzato minorenne in Salento. A confermarlo è il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, che ha detto di non "poter fornire" una risposta sull’ipotesi che la morte della giovane potesse essere evitata. La madre della ragazza, infatti, aveva denunciato il fidanzato della figlia perché riteneva che avesse dei comportamenti violenti nei suoi confronti.
Csm: "Ce ne occuperemo"
"La prima commissione consiliare del Csm", ha spiegato Legnini, "ha espressamente chiesto al comitato di presidenza di aprire un'attività di accertamento su questa vicenda". Il Comitato si riunirà la mattina del 19 settembre ed "esaminerà questa richiesta e lo farà alla luce dei fatti che sono noti, cioè di un appello accorato della mamma della povera ragazza barbaramente uccisa". Legnini ha poi precisato: "Eviterei adesso di anticipare o affrettare il giudizio di qualsivoglia genere. Ciò che è certo è che ce ne occuperemo".
Orlando: accertamenti su procura per i minori di Lecce
Le decisioni del Csm arrivano dopo che la mamma della vittima aveva raccontato delle inerzie che ci sarebbero state davanti alle sue denunce per i comportamenti violenti del ragazzo. Per questo la prima commissione del Csm ha deciso di chiedere al Comitato di presidenza di aprire una pratica sul caso. Sulla vicenda è poi intervenuto anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha avviato, attraverso l'ispettorato, accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c'erano le denunce della mamma di Noemi Durini contro il fidanzato 17enne della ragazza.
Le denunce della madre di Noemi: un ragazzo violento
Intanto il giovane reo confesso dell’omicidio della fidanzata è chiuso in una struttura protetta, in stato confusionale. La scorsa notte, uscendo dalla stazione dei carabinieri di Specchia, ha anche rischiato il linciaggio rendendosi protagonista di atteggiamenti di sfida contro le persone che si trovavano all’esterno. Il ragazzo sarebbe già stato in cura per uso di droghe leggere e avrebbe subito anche tre trattamenti sanitari obbligatori. Qualche settimana fa, la madre di Noemi, Imma Rizzo, l’aveva denunciato e la donna aveva chiesto ai magistrati di intervenire perché il ragazzo era violento. Lo accusava di lesioni nei confronti della figlia e il referto medico allegato parlava di una prognosi di due o tre giorni per un colpo al volto. Circa una ventina di giorni dopo, però, la famiglia del fidanzato avrebbe denunciato la stessa Noemi, per atti persecutori nei confronti del giovane.