Il diciasettenne che ha confessato l'omicidio della fidanzata ha rischiato il linciaggio all'uscita dalla caserma dei carabinieri. Nell'interrogatorio avrebbe addossato alla ragazza la responsabilità di un piano per uccidere la sua famiglia
Ha rischiato il linciaggio il 17enne reo confesso dell'omicidio della sedicenne Noemi Durini quando questa notte, è uscito dalla sede della stazione dei carabinieri di Specchia dove è stato ascoltato per molte ore alla presenza del suo difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo. All'uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo insultava. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, intanto, avrebbe deciso di inviare gli ispettori presso la procura dei minori di Lecce, per valutare la situazione sulle denunce presentate contro il ragazzo.
Accusato di omicidio, rischia linciaggio
Ad attenderlo c'erano oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani, che si erano radunati in via Giovanni XXIII, dove ha sede la stazione dei carabinieri. Il 17enne, nei confronti del quale da oggi c'è un provvedimento di fermo del pm con l'accusa di omicidio volontario, col cappuccio della felpa sulla testa, ha sorriso, sfidando la gente e provocando la reazione dei presenti che hanno tentato di aggredirlo nonostante il cordone di sicurezza. Il giovane è stato fatto salire a fatica su un mezzo dei carabinieri ed è stato poi condotto presso la compagnia dei carabinieri di Tricase in attesa di essere portato in carcere.
L'arrestato: "Noemi voleva uccidere la mia famiglia"
Nel corso dell'interrogatorio il 17enne avrebbe cercato di addossare a Noemi un piano per l'uccisione dei suoi genitori. "Voleva convincermi ad uccidere i miei genitori" avrebbe detto il giovane, che avrebbe commesso l'omicidio con un coltello. Arma che, sempre secondo il suo racconto, sarebbe appartenuta alla ragazza. Tale particolare è stato confermato dal primo esame esterno, effettuato nella serata di ieri dal medico legale. Subito dopo l'uccisione dei componenti della famiglia di lui, i due - sempre secondo il racconto dell'omicida reo confesso - avrebbero progettato di fuggire a Milano e a prova di quanto da lui detto, il giovane ha affermato agli investigatori che avrebbero potuto trovare sotto il suo letto una lista di numeri di telefono di luoghi a Milano dove poter dormire. La nuova versione dei fatti fornita dal ragazzo potrebbe essere una strategia difensiva messa in atto dagli avvocati Paolo Pepe e Luigi Rella, finalizzata a smorzare le proprie colpe, addossando a Noemi la responsabilità di un piano omicida che il fidanzato avrebbe cercato di sventare.
Un ragazzo violento, già denunciato in passato
Il diciasettenne arrestato è noto per essere un ragazzo violento. A 17 anni è già stato in cura al Sert per uso di droghe leggere, aveva subito tre trattamenti sanitari obbligatori in un anno e aveva qualche guaio con la giustizia. Pur non avendo la patente, guidava regolarmente la Fiat 500 della madre, fatto di cui si vantava con gli amici. Non riusciva a controllarsi, era irascibile con tutti, anche con la sua fidanzata, che avrebbe picchiato diverse volte perché geloso e possessivo. Qualche settimana fa il ragazzo era stato denunciato alla Procura per i minorenni dalla mamma di Noemi, Imma Rizzo. La donna chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare il comportamento violento del ragazzo e per allontanarlo dalla figlia. Il fidanzato "era possessivo e geloso, non voleva che mia cugina vedesse altre persone, la picchiava", racconta Davide, cugino della vittima. L'unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati.
Famiglia fidanzato avrebbe denunciato la ragazza
La famiglia del fidanzato e presunto assassino di Noemi Durini avrebbe denunciato la ragazza per atti persecutori nei confronti del giovane. La denuncia, secondo quanto si apprende, sarebbe stata fatta alcuni mesi fa e 15-20 giorni dopo quella presentata invece dalla madre di Noemi.
Imma Durini nella denuncia accusava il ragazzo di lesioni nei confronti della figlia. Il referto medico allegato parla di una prognosi di 2-3 giorni per un colpo al volto.
Accertamenti in Procura sulle denunce forse trascurate
La prima commissione del Csm ha chiesto l'apertura di una pratica per chiarire se ci siano state o meno inerzie relative alle denunce della madre di Noemi contro il fidanzato della figlia. Anche il ministro della Giustizia Orlando sembra aver preso provvedimenti. Secondo quanto si apprende avrebbe infatti avviato accertamenti preliminari sulla Procura dei minori di Lecce che ha ricevuto le denunce. Critiche sulla questione delle denunce forse trascurate arrivano da Dire - la rete di 80 centri antiviolenza attivi in Italia - che dice: "È l'ennesima tragedia che si poteva evitare se magistrati e forze dell'ordine non avessero sottovalutato il rischio. Il Governo faccia sentire la sua voce". Anche il parroco di Specchia è critico: "Tutti pensano che Noemi si poteva salvare dalla violenza cieca del suo assassino, ma le istituzioni non hanno mosso un dito".
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