La relazione dell'Ingv alla Commissione grandi rischi rivede la localizzazione del sisma: non in mare, ma a 1 km a sud ovest da Casamicciola Terme (dove ci sono stati i danni maggiori e le vittime) e a circa 2 km di profondità. Confermata la forza, già salita da 3.6 a 4
Prima la magnitudo, poi l’epicentro e la profondità. Il terremoto di Ischia, che ha provocato due vittime, decine di feriti e diversi crolli, è anche il sisma degli errori degli scienziati. I dati sulla scossa del 21 agosto, infatti, sono stati rivisti dagli esperti a giorni di distanza: dopo la magnitudo corretta, l’epicentro è passato dal mare a Casamicciola e la profondità è diminuita.
Rivisti epicentro e profondità
Nella relazione presentata dall’Ingv alla Commissione grandi rischi, l’epicentro del terremoto non è più in mare e a 10 chilometri di profondità, ma è a 1 chilometro a sud ovest da Casamicciola Terme e a circa 2 chilometri di profondità. In pratica, nella zona in cui si sono registrati i danni maggiori e le vittime. “Il forte danneggiamento rilevato nella zona alta di Casamicciola con intensità macrosismica VIII, oltre alla scarsa resilienza del costruito, è dunque imputabile sia alla superficialità dell’evento, che all’amplificazione locale dei terreni”, ha spiegato l’Ingv. A poche ore dal sisma, l’istituto aveva rivisto anche la magnitudo: era passata da un iniziale 3.6 a 4.
La spiegazione dell’Ingv
Per giustificare i dati rivisti, l’Ingv ha spiegato che, “per poter essere localizzati con precisione, i terremoti in zone vulcaniche richiedono modelli di velocità specifici dell’area. Tali modelli sono disponibili e ben verificati per l’area vesuviana e quella etnea, ma non per l’Isola d’Ischia perché, per essere messi a punto e calibrati, deve essere utilizzata la sismicità locale stessa. Dal 1999 a Ischia vi sono stati in media meno di 5 terremoti l’anno, insufficienti per elaborare un modello di velocità di riferimento affidabile”. I primi risultati, quindi, “erano approssimativi” e sono stati corretti dopo analisi più approfondite.
Polemiche sui dati sbagliati
Le polemiche sui dati sbagliati, però, non si fermano. Soprattutto perché fin da subito alcuni scienziati hanno messo in dubbio i numeri, ma ci sono voluti giorni perché gli errori venissero riconosciuti e corretti. “Il terremoto è necessariamente più superficiale”, aveva detto a Sky TG24 a ridosso del sisma Giuseppe Luongo, professore emerito di Vulcanologia all’università Napoli. In un’intervista al Mattino, l’ex presidente dell’Ingv Enzo Boschi attacca: “È inammissibile sbagliare così la magnitudo, la direzione del sisma, l'epicentro, e soprattutto la profondità focale del sisma con un margine di errore così ampio. Inconcepibile, senza precedenti”. “Se si fosse detto da subito che l'epicentro del terremoto era circoscritto a una piccola porzione di Casamicciola, proprio com'era intuibile soltanto guardando la tv, migliaia di turisti non avrebbero lasciato Ischia in preda al panico”, ha aggiunto Boschi. Concetto ripreso ai microfoni di Sky TG24 anche da Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi in Campania. Oltre a chiedere le dimissioni dei vertici dell’Osservatorio Vesuviano, Borrelli ha sottolineato come la “comunità ischitana sia stata massacrata perché un piccolo terremoto di basso magnitudo ha fatto cadere le case”, mentre i nuovi dati hanno mostrato che “le case sono cadute perché è come se fosse esplosa una bomba lì in mezzo”.
Verifiche sull’abusivismo
Nonostante i nuovi dati, comunque, continua il lavoro della magistratura per accertare se le responsabilità dei crolli siano non solo delle scosse ma anche dell’abusivismo edilizio, di lavori non a norma, di materiali scadenti utilizzati. Sull’isola d’Ischia, come spiega un’inchiesta di Sky TG24 sugli abusi edilizi, ci sono complessivamente 28mila richieste di condoni edilizi.