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Yara, in appello confermato l'ergastolo per Bossetti

Cronaca

Confermata la condanna per l'omicidio di Yara Gambirasio. Il muratore di Mapello in lacrime dopo la lettura del verdetto. Soddisfatta l'accusa: "Sentenza ineccepibile". La difesa: "Sconfitta del diritto". Scontato il ricorso in appello

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La Corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato la condanna all'ergastolo di Masimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. Il verdetto è stato pronunciato dopo 15 ore di Camera di Consiglio. La moglie di Bossetti, Marita Comi, non è riuscita a trattenere le lacrime dopo la sentenza. Prima che Bossetti fosse riportato in carcere ha salutato la suocera e la sorella.

Confermata la condanna in primo grado: ergastolo

I giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia hanno deciso dopo 15 ore di Camera di Consiglio: nessuna perizia sul Dna e conferma della condanna all'ergastolo per il muratore di Mapello per l'omicidio di Yara Gambirasio. Per uno dei suoi legali, Claudio Salvagni, pronto a ricorrere in Cassazione, "siamo di fronte a un clamoroso errore giudiziazio". Oggi, ha detto, "si è assistito a una sconfitta del diritto". Al contrario, uno dei legali di parte civile, Enrico Pelillo, ha commentato "giustizia è fatta!". La famiglia Gambirasio, sobria come dall'inizio di questa tragica vicenda, si e' limitata a ringraziarlo senza aggiungere altro.

Bossetti in lacrime dopo la sentenza

Bossetti dopo la sentenza ha pianto. Così come la moglie, Marita Comi e sua madre Ester Arzuffi. La sua estrema difesa, il muratore di Mapello, in carcere da tre anni, l'ha affidata a delle dichiarazioni spontanee scritte su fogli che ha estratto da una carpetta rossa e che ha usato per chiedere alla Corte di riparare "al più grande errore giudiziario di tutta la storia". Un appello rivolto durante le dichiarazioni spontanee nelle quali ha ribadito: "Io non sono un assassino, mettetevelo in testa. Quel Dna non è mio". Il muratore, padre di tre figli, ancor piu' che scendere in dettagli processuali, ha voluto rivolgere un "sincero pensiero" a Yara Gambirasio. "Poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi - ha detto - neanche un animale avrebbe usati tanta crudeltà". 

L'accusa: "Sentenza ineccepibile"

Per l'accusa, è "ineccepibile" la sentenza con cui la Corte d'Assise di Bergamo, un anno fa, lo aveva condannato all' ergastolo per l'omicidio della tredicenne. Dalla prova del Dna è arrivata la "assoluta certezza" della sua responsabilità. Ci sono poi una serie di indizi che fanno da corollario: il suo furgone nelle immagini delle telecamere nei pressi della palestra da cui Yara scomparve, le fibre trovate sul corpo della ragazza, compatibili con quelle dei sedili del Fiat Daily del muratore.

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Da qui la richiesta della conferma del carcere a vita e anche di sei mesi di isolamento diurno per aver "incolpato" un collega, cercando di indirizzare le indagini su si lui. Dalla presunta calunnia Bossetti era stato assolto in primo grado. E così è stato anche in appello. Per la difesa, scontato il ricorso in Cassazione.