Femminicidi, 4 casi in poche ore. Nel 2017 una vittima ogni due giorni

Cronaca
Foto d'archivio

Tra il 13 e il 14 luglio, in Italia, quattro donne sono state uccise dai loro compagni o da ex, mentre una è in fin di vita. I casi registrati nei primi cinque mesi di quest'anno sono almeno 29 nonostante le denunce per atti persecutori o maltrattamenti siano aumentate

 

In meno di 48 ore quattro donne uccise e una in fin di vita. È questo il bilancio degli ultimi due giorni. I due casi più recenti si sono verificati il 14 luglio. Il primo omicidio è avvenuto a Montepulciano dove un operaio di 56 anni ha ucciso l’ex moglie a coltellate mentre la donna si trovava nella casa di due anziane che accudiva. Il secondo si è verificato a Roma dove un 79enne si è tolto la vita lanciandosi dal quinto piano dopo aver ucciso la moglie di 81 anni. È ancora viva, ma ricoverata in ospedale e in coma farmacologico, una ragazza di 26 anni che, a Cagliari, è stata picchiata dal fidanzato dopo una lite. L’uomo, credendo che la compagna fosse morta per via delle botte, si è suicidato lanciandosi da un cavalcavia.

Gli episodi del 13 luglio

Prima di questi episodi, se ne erano verificati altri due, il giorno precedente. A Bari una donna di 48 anni è stata uccisa dal suo compagno, secondo gli investigatori, durante l'ennesimo litigio. A Dragoni, nel Casertano, un’altra vittima: si tratta di una donna di 49 anni che è morta in strada per via dei colpi che le ha sparato il compagno. Un anno prima era sopravvissuta alle 25 coltellate dell'ex marito.

Femminicidi: nel 2017 almeno 29 casi

I fatti degli ultimi giorni riaccendono l’attenzione sul tema della violenza contro le donne in un’Italia dove, nel 2016, c’è stato un femminicidio ogni tre giorni e dove il numero delle vittime oscilla, a seconda delle fonti, da 110 fino a 120. Mentre nei primi cinque mesi del 2017, si sarebbero contati almeno 29 casi, nonostante l'aumento delle denunce per atti persecutori o maltrattamenti. Una "mattanza da fermare", come la definiscono l'ex ministro Mara Carfagna e la tante associazioni attive nell'assistenza alle donne che si battono perché questi episodi non accadano più, da Telefono Rosa ad ActionAid. Mentre Laura Boldrini ha twittato: "Uomini siate con noi per fermare quest’orrore".

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="it" dir="ltr">In meno di 48 ore, 4 <a href="https://twitter.com/hashtag/donne?src=hash">#donne</a> uccise e una in fin di vita per mano loro compagni. Uomini siate con noi per fermare questo orrore <a href="https://twitter.com/hashtag/femminicidio?src=hash">#femminicidio</a></p>&mdash; laura boldrini (@lauraboldrini) <a href="https://twitter.com/lauraboldrini/status/885854051992297474">July 14, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Le armi delle aggressioni e il suicidio dei killer

Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Secondo un'analisi dell'associazione Sos Stalking, nel 32,5% degli omicidi di donne avvenuti nell'ultimo decennio è stata utilizzata un'arma da taglio, nel 30,1% l'assassino ha dato fuoco alla vittima. E poi c'è il suicidio del killer: nel 31,3% dei femminicidi l'assassino si è poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci.

Gabrielli: meno femminicidi, ma vietato indulgere nell'ottimismo

Sul tema, i dati della Polizia indicano, per gli ultimi anni, una "progressiva riduzione" dei femminicidi, passati dai 124 del 2011 ai 111 del 2016 (-11%). Tra i moventi si registra un calo di quello passionale e una crescita dei rancori personali. Proprio su questo tema è voluto intervenire, pochi giorni fa, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha spiegato che i nuovi strumenti messi a disposizione del legislatore "hanno cominciato ad incidere sulla riluttanza delle vittime a denunciare". Si è registrato un aumento del numero di denunce per atti persecutori e per maltrattamenti, ma sono calate quelle per percosse e violenza sessuale. Anche se i numeri indicano una riduzione complessiva del fenomeno, per Gabrielli è vietato indulgere nell'ottimismo. C’è ancora "un'area oscura di abusi e maltrattamenti", frutto di "una subcultura che reifica la donna disconoscendole il diritto alla libertà e all'autonomia". Occorre contrastare questo fenomeno non solo "con strumenti di polizia", ma anche con una "rete tra mondo della prevenzione, della repressione e le istituzioni che operano nel sociale". 

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