Voto di scambio e mafia: 27 arresti a Taranto, coinvolti 2 sindaci

Cronaca
Le 27 misure cautelari sono connesse alle accuse di associazione di tipo mafioso e scambio politico elettorale (Archivio Fotogramma)
Polizia

Sgominato un presunto clan in grado di condizionare l’economia locale infiltrandosi in vari settori produttivi. Tra gli arrestati, oltre ai primi cittadini di Erchie e Avetrana, anche un ex consigliere comunale

Miravano a costruire, secondo gli inquirenti, un "centro di potere" attraverso l’infiltrazione nel sistema degli appalti pubblici e nel tessuto economico locale. Sono 27 le persone raggiunte da altrettante ordinanze di custodia cautelare eseguite dalle prime ore del mattino dagli agenti della polizia di Taranto, con varie accuse, tra cui l’associazione di stampo mafioso. Il blitz ha riguardato anche due sindaci e un ex consigliere comunale di tre comuni delle province di Taranto e Brindisi.

Il blitz della polizia

Sono circa 200 i poliziotti impegnati nella retata contro il presunto clan attivo a Taranto e comuni limitrofi. All'operazione, condotta dal personale della Questura del capoluogo ionico - assieme a colleghi delle Squadre Mobili di Lecce, Foggia, Brindisi e Alessandria - ha partecipato anche un equipaggio in elicottero del reparto volo di Bari.  

Le accuse

Vari i reati ipotizzati nell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Dall'associazione di tipo mafioso, allo scambio politico elettorale - mafioso, fino a presunti reati di estorsione, corruzione, rapina, riciclaggio, lesioni personali, danneggiamento, detenzione illegale di armi da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Per 20 persone è stata disposta la custodia in carcere, mentre altre 7 vanno a i domiciliari.

Il clan ionico

Il presunto gruppo malavitoso, secondo gli inquirenti, mostrava grande capacità di infiltrarsi nel tessuto economico-imprenditoriale locale, operando in diversi settori: dall'aggiudicazione di appalti pubblici alle estorsioni, fino alle attività di "movimento terra" e di riciclaggio di denaro "sporco". Gli indagati si sarebbero imposti nell’economia locale, attraverso un clima di intimidazione attuato ai danni di altri imprenditori della zona.

I politici

Tra gli arrestati emergono anche alcune figure di amministratori locali. Secondo quanto riportato, le misure hanno riguardato anche il sindaco di Avetrana (Taranto) Antonio Minò, indagato per concorso esterno, il sindaco di Erchie (Brindisi) Giuseppe Margheriti, e un ex consigliere comunale di Manduria, provincia di Taranto. Quest'ultimo indagato per scambio elettorale politico-mafioso.

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