'Ndrangheta, Roberti: "Presente nei settori strategici della politica"

Cronaca

Dario Cirrincione

Il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti

Presentata la relazione annuale sulle attività svolte dalla Direzione Nazionale Antimafia. Cosa Nostra si conferma un'organizzazione "ricca e solida". Analisi anche sul legame tra terrorismo internazionale e internet

La ‘Ndrangheta è "presente in tutti i settori nevralgici della politica, dell'amministrazione pubblica e dell'economia; creando le condizioni per un arricchimento non più solo attraverso le tradizionali attività illecite, ma anche intercettando importanti flussi economici pubblici." Il profilo di quella che ormai può essere considerata la più potente organizzazione criminale d’Italia, è stato tracciato dalla Direzione Nazionale Antimafia nella relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Dna nel periodo compreso tra il 1 luglio 2015 e il 30 giugno 2016.

La ‘Ndrangheta radicata anche negli Usa

L’organo decisionale della ‘Ndrangheta è la “Provincia” o il “Crimine di Polsi”. È radicata, oltre che in Calabria, anche nel centro-nord Italia e in diversi Paesi esteri: Germania, Svizzera, Olanda e Stati Uniti. Alcune indagini, citate nella Relazione, hanno rivelato un “rapporto di piena intraneità tra la 'ndrangheta ed esponenti di rilievo delle Istituzioni e professionisti legati anche a organizzazioni massoniche e ai Servizi segreti”. Nei territori del Nord Italia, in Lombardia in particolare, si legge nella Relazione, “la 'ndrangheta riesce a ottenere una sorta di consenso sociale, presentandosi all'esterno come soggetto in grado di offrire lavoro, risorsa oggi particolarmente apprezzata”.

 

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La Mafia ha risorse economiche sconfinate

"Cosa Nostra si presenta tuttora come un'organizzazione solida, fortemente strutturata nel territorio, riconosciuta per autorevolezza da vasti strati della popolazione, dotata ancora di risorse economiche sconfinate e intatte”. È quanto si legge nella Relazione 2016 della Dna presentata oggi. Nonostante i casi di collaborazione da parte delle vittime, inoltre, "risulta ancora estremamente diffusa l'imposizione del "pizzo" alle attività commerciali e alle imprese, cui si accompagna la riconquista del monopolio sul traffico di sostanze stupefacenti, altamente ed immediatamente remunerativo". Gli appalti pubblici, soprattutto nell’ambito degli enti locali, restano il settore dove Cosa Nostra ricicla meglio il denaro sporco. Priorità assoluta resta la cattura di Matteo Messina Denaro, storico latitante e capo indiscusso delle famiglie mafiose del trapanese. “Il suo arresto  - si legge - non può che costituire un danno enorme per l’organizzazione”.

Mafie, economia e politica

"Ci sta sfuggendo la penetrazione imprenditoriale ed istituzionale delle mafie – ha detto il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti - Il nuovo trend d’infiltrazione mafiosa è il settore del traffico di rifiuti”. In questa Relazione, la Dna torna a sollecitare una modifica del 416 bis, l' articolo del codice penale che disciplina il reato di associazione mafiosa, che permetta agli inquirenti di colpire i clan in questa loro nuova veste. "Secondo me oggi le mafie non siedono più al tavolo delle strategie del Paese - ha affermato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi - La politica ha perso il ruolo del governare i processi del mondo, ha perso la sua funzione di guida. Persino i criminali non ci cercano più, cercano il consigliere comunale perché decide l'appaltino, la concessione, la strada".

Terrorismo internazionale e internet

Nel periodo esaminato si è verificato in modo significativo l’arretramento territoriale del cosìddetto stato islamico in più scenari, e si è quindi registrata una parallela minore capacità di espansione territoriale. I recenti episodi terroristici e le ripetute minacce del terrorismo internazionale di matrice islamica hanno determinato, come naturale conseguenza, una progressiva maggiore tensione investigativa verso ambienti in cui risultano attivi soggetti potenzialmente impegnati sotto il profilo dell'integralismo politico-confessionale nonché verso il pericoloso fenomeno dei “foreign fighters”. In tale contesto proseguono le indagini che hanno già conseguito un primo risultato con il fermo di diversi indiziati di delitto. Nella Relazione si legge di come i “terroristi intrattengono contatti tramite i propri profili Facebook con combattenti jihadisti operativi in Siria”.

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