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"Traccie" maturità, il Miur si scusa per il refuso sul sito

Cronaca
Lo screenshot dell'errore del Ministero (Twitter)

Il ministero dell'Istruzione ha rapidamente corretto l'errore, ma le immagini incriminate hanno già fatto il giro dei social network

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"Traccie" per l'esame di maturità: questo errore ortografico è comparso per alcuni minuti sul sito del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur), scatenando polemiche e ilarità su diversi social network. Fra le critiche piovute sul dicastero, non si osservano solo quelle scaturite dagli studenti, ma anche da esponenti del mondo politico.

Le scuse del ministero

"Abbiamo visto il refuso sul sito degli Esami di Stato e siamo subito intervenuti per farlo correggere. Si tratta di un errore di battitura, di un errore materiale che, naturalmente, non doveva esserci, tanto più su una pagina che riguarda gli Esami", si legge in una nota di spiegazione pubblicata sul sito del Miur. L'annuncio incriminato, infatti, si riferiva alle tracce per la prima prova scritta della maturità. Tracce, per l'appunto, e non "traccie" come erroneamente riportato. Per questa 'i' di troppo "il fornitore tecnico che gestisce l'inserimento dei contenuti sul sito del Ministero", chiarisce il Miur, "ci ha fatto pervenire una lettera di scuse per l'episodio accaduto che arreca un danno d'immagine alla nostra istituzione".

I precedenti

Non è la prima volta che il ministero dell'istruzione si rende protagonista di figuracce proprio in occasione della maturità: un caso che ebbe ampio risalto fu quello della traccia d'italiano assegnata nell'esame datato 2008. Era stato richiesto agli studenti di spiegare il "ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile" prendendo le mosse da "Ripenso il tuo sorriso", una poesia che Eugenio Montale aveva in realtà dedicato a un uomo (il danzatore russo Baris Kniaseff).

In altre occasioni era stato lo stesso ministro dell'Istruzione a rendersi protagonista di gaffe poco adatte alla sua posizione: si ricordano, ad esempio, l'accento sbagliato "egìda" pronunciato in Aula da Mariastella Gelmini (2008) o l'inesistente "tunnel fra il Cern e il Gran Sasso" (2011). Sino ad arrivare ai giorni nostri con la polemica sui titoli di studio attribuiti al ministro Valeria Fedeli, "un diploma di laurea in Scienze sociali", che in realtà laurea non era e all'errore di storia in occasione di un intervento pronunciato al Premio Cherasco Storia, il 27 maggio scorso, quando la ministra ha attribuito l'armistizio di Cherasco (1796) a Vittorio Emanuele III, il re d'Italia il cui nome è legato alle vicende del Ventennio fascista, oltre un secolo dopo. 

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