Torture, omicidi, violenze: fermati scafisti a Catania e Agrigento
CronacaDue cittadini libici, arrivati a Catania insieme a 394 persone salvate, sono stati fermati. Uno di loro è accusato di concorso in omicidio. La vittima si era rifiutata di consegnare il cappello da baseball. Tre fermi anche ad Agrigento per "crimini gravissimi"
Due presunti scafisti libici, arrivati a Catania il 6 maggio scorso con nave Phoenix, assieme a 394 migranti, sono stati fermati da Polizia di Stato e Guardia di finanza perché ritenuti appartenenti a un organizzazione di trafficanti di esseri umani. A uno dei due è contestato anche il concorso nell'assassinio del 21enne migrante della Sierra Leone, ucciso con colpo di arma da fuoco, secondo il racconto dei testimoni, perché si era rifiutato di togliersi il cappellino.
Il fermato non è l'esecutore del delitto
I due fermati sono accusati di appartenere a un'organizzazione criminale libica e il reato ipotizzato per loro è quello di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il fermo, disposto dalla Procura distrettuale, fa seguito a indagini del pool di investigatori della Squadra Mobile di Catania e del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, con la collaborazione della Sezione operativa navale, sull'arrivo sabato scorso della motonave Phoenix, dell'Ong Moas. A bordo c'era anche il corpo del 21enne della Sierra Leone ucciso. Con lui viaggiava suo fratello maggiore. L'indagato non sarebbe però l'esecutore materiale del delitto.
La vicenda
"Abbiamo a bordo il cadavere di un ragazzo ucciso a colpi di arma da fuoco. Testimoni ci hanno detto che è stato colpito perché non ha voluto dare il suo cappellino da baseball ad un trafficante”. Questa la chiamata arrivata da nave Phoenix dopo il salvataggio in mare di 394 persone (oltre alla vittima). L’imbarcazione è poi sbarcata a Catania sabato. Secondo la ricostruzione la sparatoria sarebbe avvenuta mentre la vittima era su un gommone.
Fermati 3 trafficanti anche ad Agrigento
In un’altra operazione sono stati fermati tre nigeriani ad Agrigento, sbarcati a Lampedusa lo scorso 16 aprile. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta ed al traffico di esseri umani, sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza sessuale, omicidio. Il provvedimento contesta anche alcune aggravanti, tra cui la transnazionalità del reato, la disponibilità di armi, l'agire con crudeltà e sevizie per futili motivi. Una donna accusa in particolare uno dei tre: "Ha ucciso mio fratello e ha usato violenze anche su di me”. Un altro testimone ha dichiarato: “Erano armati di fucile e vestiti in abiti civili. Picchiavano brutalmente e senza alcun motivo i migranti. Una volta mi hanno legato le gambe e poi mi hanno picchiato ripetutamente con un bastone nella pianta dei piedi".