Corona: "Soldi in nero fatti con Belen, eravamo come Bonnie and Clyde"

Cronaca
Fabrizio Corona e Belen Rodriguez nel 2009
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"Nel 2009 guadagnavamo cifre folli", dice l’ex re dei paparazzi, testimoniando nel processo a suo carico per intestazione fittizia di beni

Fabrizio Corona torna in aula, dopo la sfuriata del 9 marzo, per parlare di quei 1,7 milioni di euro trovati nel controsoffitto della casa della sua collaboratrice Francesca Persi, imputata con lui nel processo per intestazione fittizia di beni che l’ha riportato in carcere lo scorso ottobre. L’ex re dei paparazzi ha mantenuto la sua linea di difesa, ossia che i soldi erano “nero” frutto del suo lavoro. Ma, rispondendo alle domande del pm Alessandra Dolci, Corona ha parlato anche di Belen Rodriguez, dei suoi soldi all’estero, dei problemi con la droga e del pm Ilda Boccassini.

 

“Io e Belen come Bonnie e Clyde” - I soldi trovati nel controsoffitto della Persi, ha detto Corona, "vengono tutti da serate, campagne e lavoro e li ho fatti tra il 2008 e il 2012" e, in particolare, "nel 2009, quando con Belen Rodriguez siamo diventati una coppia mediatica eccezionale, come Bonnie e Clyde eravamo, tutto quello che toccavamo diventava oro, guadagnavamo cifre folli". Tutto in nero quindi, "quel nero che ho chiesto a Francesca Persi di murare prima di finire in carcere - ha spiegato - non lo dichiaravo, venivo da un momento difficile dopo il primo arresto, lo raccoglievo e lo mettevo in tre cassette di sicurezza, due intestate ad una mia amica di cui non voglio fare il nome”. E ha aggiunto: "La Dda sperava che ci fossero 500 kg di cocaina in quel controsoffitto e invece c'erano semplicemente soldi".

 

“Persi non sapeva quanti soldi fossero” - L’ex re dei paparazzi ha parlato, tra le altre cose, anche di quando "Belen Rodriguez perse il figlio" e "del carcere che era imminente, io ho iniziato a fare tanto uso di cocaina”. Sempre in quel periodo, nel 2012, " la decisione di chiedere a Persi, "la donna di cui mi fido, da sempre follemente innamorata di me", di "murare i soldi", tolti dalle cassette di sicurezza, che avrebbe ripreso quando sarebbe uscito. "Il 'nero' guadagnato per me era un problema - ha chiarito - e per questo cercavo anche di pagare tutti i miei collaboratori 'in nero'". Fu Persi a nascondere i contanti nel controsoffitto di casa sua, "lei non sapeva quanti soldi fossero" e "io non sapevo che lei li aveva messi nel controsoffitto". Quando, a fine settembre scorso, si avvicinava l'udienza che avrebbe dovuto decidere sulla continuazione tra i reati delle sue condanne definitive, "per me quel 'nero' era diventato un problema immane, se avessi detto 'ho nascosto 1,8 milioni 'cash' mi avrebbero dato 27 anni". E conclude: "Non ero mai stato a casa della Persi, andai e decidemmo di contare assieme i soldi, arrivati alla cifra di 1,45 milioni eravamo stanchi". 

 

Woodcock, Renzi e la Boccassini - Corona ha puntato il dito su alcuni articoli di stampa e sul pm del caso 'Vallettopoli' Henry John Woodcock, tanto che il giudice Guido Salvini è dovuto intervenire dicendogli di "non polemizzare ed evitare toni da comizio". Un racconto intercalato anche da passaggi come "se non mi avessero arrestato, io con la voluntary disclosure di Renzi avrei fatto rientrare dall'estero tutti i soldi e ci avrei pagato le tasse" e "potevo fare come Tulliani a Dubai e fare la bella vita, invece di consegnarmi agli agenti dopo la fuga in Portogallo". Inoltre, ha detto l’ex fotografo dei vip, se l'inchiesta, dopo il sequestro dei soldi nel controsoffitto, fosse rimasta "al pm David Monti io ci avrei pagato le tasse e basta", ma poi "è passata alla Boccassini ed è finita".

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