Sabato, dopo l’arrivo del leader della Lega Nord in città, sono scoppiati gli scontri. Devastato il quartiere di Fuorigrotta che è stato tenuto in scacco per circa un'ora da 200 manifestanti con bombe carta e ordigni rudimentali. Tre gli arresti e tre le denunce
Si è conclusa con tre arresti, tre persone denunciate a piede libero, 34 feriti e un quartiere, quello di Fuorigrotta, ostaggio per 45 minuti delle proteste e degli scontri, la visita di sabato di Matteo Salvini a Napoli (LE FOTO). Macchine devastate, cassonetti dei rifiuti in fiamme e una vera e propria guerriglia urbana (IL VIDEO) hanno accompagnato l'arrivo del leader della Lega Nord in città, dove andava in scena la discussa manifestazione “Noi con Salvini”, alla mostra d’Oltremare.
La guerriglia urbana - Circa 200 manifestanti hanno usato bombe carta, molotov e ordigni rudimentali da lanciare per le strade e contro la polizia. Gli abitanti del quartiere di Fuorigrotta, nel centro della città, molto spaventati, si sono dovuti rifugiare nelle case o nei negozi. Gli scontri sono proseguiti per circa un’ora (IL VIDEO).
Minniti: "Violenza è confine da non valicare" - Il giorno dopo la guerriglia urbana, è intervenuto sulla questione anche il ministro degli Interni, Marco Minniti. “In una democrazia è fondamentale che ognuno abbia il diritto di parola”, ha detto riferendosi all’intervento di Salvini a Napoli. “La forza della democrazia è anche che l’avversario più radicale e lontano da noi possa esprimere le sue opinioni”. Per il ministro c’è un confine che non può mai essere valicato, ed è quello della violenza. Chi la pratica, ha detto dal Lingotto di Torino, “è contro le nostre libertà”.
Le polemiche sull'evento leghista - L’arrivo del leader leghista a Napoli aveva creato tensione già da diversi giorni. A Salvini inizialmente era stato negato il permesso di tenere il suo evento alla mostra, ma poi era scesa in campo la prefettura con un’ordinanza che imponeva al Comune e all’ente di far svolgere lì l’evento leghista. Era nato da qui il malumore in città, con il sindaco De Magistris che si era esposto da subito contro la decisione, dicendo che lo Stato aveva fatto prevalere “il capriccio di Salvini”. I centri sociali, inoltre, dopo aver sgomberato la sala congressi che avevano occupato alla mostra d’Oltremare, si erano detti da subito pronti a scendere in strada per esprimere il loro dissenso.