Secondo la procura, l'immobiliarista avrebbe dato 370mila euro all'ex braccio destro della Raggi per l'acquisto di una casa Enasarco, nel 2013, in cambio di favori visto il suo ruolo in Campidoglio. I due erano stati arrestati lo scorso dicembre
È stato chiesto il giudizio immediato per Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio, e Sergio Scarpellini, noto immobiliarista e "re del mattone romano". I due erano stati arrestati il 16 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su una presunta corruzione per funzione. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Barara Zuin.
I legami tra Marra e Scarpellini - Marra, ex braccio destro del sindaco di Roma Virginia Raggi, è stato arrestato con l’accusa di corruzione nell’inchiesta sulla compravendita delle case Enasarco del 2013. In quell’anno Marra era a capo del dipartimento politiche abitative del Comune di Roma e avrebbe comprato un appartamento Enasarco con degli assegni tratti dal conto corrente del costruttore Scarpellini, per un valore di 370mila euro. L’immobiliarista è ritenuto a sua volta colpevole di aver corrotto pubblici amministratori per trarre benefici per le sue società e di aver fatto lo stesso con Marra, aiutandolo nell'acquisto della casa per ottenere favori da quest’ultimo vista la sua posizione di rilievo in Campidoglio.
Accuse respinte - I due indagati hanno sempre respinto le accuse, dicendo che la somma di denaro in questione fosse un semplice prestito. Scarpellini è ai domiciliari, mentre Marra è detenuto a Regina Coeli. All'inizio di gennaio il suo difensore, l'avvocato Francesco Scacchi, aveva chiesto la scarcerazione del suo assistito o, in alternativa, la concessione degli arresti domiciliari. Ma il Tribunale del Riesame di Roma aveva respinto la richiesta.