Scarcerato dopo 20 anni: era finito in cella per una parola fraintesa

Cronaca
Foto LaPresse

Angelo Massaro stava scontando la pena per un omicidio avvenuto nel 1995, ma è stato assolto dalla Corte d'appello di Catanzaro "per non aver commesso il fatto". L'errore della condanna in un equivoco dialettale sulla parola "muert"

Scarcerato dopo oltre 20 anni di detenzione. È successo ad Angelo Massaro, un uomo di 51 anni di Fragagnato, in provincia di Taranto, che è stato assolto dalla Corte d’appello di Catanzaro “per non aver commesso il fatto”. L’uomo era stato accusato di aver ucciso, nel 1995, Lorenzo Fersurella, e di averne poi occultato il cadavere. E il tutto per un equivoco dialettale.

 

L'equivoco sulla parola "muert" - "A una settimana dall'omicidio, colloquiando con la moglie”, ha spiegato l’avvocato difensore Salvatore Maggio, Massaro “aveva detto, in dialetto, 'tengo stu muert', ma in realtà voleva intendere 'muers', cioè un materiale ingombrante attaccata al gancio di un autovettura e che stava trainando”. Dunque, la parola “muert” non si sarebbe riferita ad alcun morto. “Poi”, ha proseguito il difensore, “ho trovato un certificato da cui risultava che il mio assistito si trovava al Sert quando sparì Fersurella. Insomma, tutta una serie di elementi che non erano stati presi in considerazione”. E che sono emersi solo grazie al legale che ha depositato atti, testimonianze e le intercettazioni di un altro procedimento giudiziario. Inoltre, il caso era stato anche al centro di una interrogazione parlamentare dei radicali e lo stesso Massaro aveva scritto lettere di sensibilizzazione nel corso degli anni al blog “Urladalsilenzio”, al ministero della Giustizia, al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, all'associazione "Antigone" e all'associazione “Bambini senza sbarre”. 

 

Dall'arresto alla richiesta di revisione del processo - Massaro era stato condannato in via definitiva a 24 anni di reclusione - diventati 30 per cumulo di pena, comprensivo di una condanna a 11 anni per associazione finalizzata allo spaccio di droga - ma successivamente la Corte di Cassazione aveva accolto la richiesta di revisione del processo avanzata dal suo difensore. Massaro era stato arrestato sulla base di una intercettazione telefonica e di una dichiarazione di un collaboratore di giustizia che sosteneva di aver appreso da altri del presunto coinvolgimento dell'uomo nel delitto. L’arresto era avvenuto nel 1996 e da quel momento l’uomo ha transitato nelle carceri di Foggia, Carinola, Taranto, Melfi e Catanzaro. Nei 20 anni di detenzione, è stato spesso lontano dalla residenza famigliare e quindi da sua moglie e dai suoi due figli. 

 

"Finalmente è emersa la verità" - "Finalmente è emersa una verità, che poi è sempre la verità processuale che vorremmo tutti coincidesse con quella vera. Posso dire con amarezza che c’è una persona che non ha commesso il grave reato per il quale era stato condannato e che solo dopo 21 anni lascia le patrie galere”, ha commentato il difensore di Massaro, dopo la sentenza. Nel 2011, inoltre, il presunto assassino era stato assolto dall'accusa di un altro omicidio, avvenuto nel 1991. Ora, il legale presenterà anche una domanda di risarcimento per ingiusta detenzione. 

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