La campionessa lancia un appello ai suoi coetanei dopo il caso della pagina in Rete che istigava alla violenza contro di lei. “Far finta di nulla è come accettare”. Poi, ospite di EPCC, lancia con Alessandro Cattelan la campagna: "Dona un neurone a un hater"
“Ero a mangiare sushi coi miei genitori quando mi hanno chiamata per avvisarmi di ciò che era successo”. La campionessa olimpica di scherma Bebe Vio racconta così a Sky TG24 come ha saputo di quella pagina Facebook, già rimossa, che istigava alla violenza contro di lei. “Sia Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, sia le Fiamme Oro del gruppo sportivo della Polizia mi hanno aiutato a gestire la situazione - spiega Bebe - Sono andata alla Polizia postale e poi ho fatto denuncia”.
“Sono delusa e amareggiata - dice – ma sono anche molto fortunata. Perché sono una che ‘rompe le palle’ e sono subito andare a denunciare e l’ho voluto dire a tutti. L’ho fatto perché voglio sapere chi è questo tipo ma anche per essere di aiuto ad altre persone. Quello che è successo a me può succedere e succede anche ad altre persone che magari non dicono nulla o non sanno cosa fare". "Il mio messaggio – aggiunge - è ditelo, difendetevi. Far finta di nulla è come accettarlo”.
Bebe parla poi dell’uso della Rete che fanno i suoi coetanei. “I social sono importanti, servono anche a veicolare messaggi importanti. Attenzione però, perché dietro al pc è pieno di imbecilli e bisogna stare attenti. Sta a te ragazzina, adolescente o ventenne, non dire dove abiti, cosa stai facendo né tantomeno postare foto di te mezza nuda. Tu non sai chi guarda quella foto. Oggi ti può sembrare una cavolata ma bisogna ricordarci che tutto in Rete viene salvato”.
Bebe Vio e Cattelan #EPCCDonaUnNeurone - Ospite della quinta puntata di “E poi c’è Cattelan”, in onda su Sky Uno HD, Bebe Vio è tornata sull'argomento per poi lanciare, insieme a Alessandro Cattelan, la campagna “Dona un neurone a un hater” - #EPCCDonaUnNeurone. Un momento di riflessione e divertente insieme, per aiutare chi è meno fortunato di noi. “Sono persone che nascono con qualcosa in meno: sono gli odiatori del web, gli hater. Aiuta un hater: se gliene doni uno, avrai già raddoppiato il numero dei suoi neuroni”, spiega il conduttore. Che conclude: “Il fatto che lo esprimiate su internet, non rende il vostro odio meno grave”.
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