L'uomo, in primo grado, fu condannato a 12 anni. Il giudice in aula chiede pubblicamente scusa alla vittima. Il procuratore Saluzzo a Sky TG24: "Avrei difficoltà a guardarla negli occhi"
Un uomo condannato a 12 anni in primo grado per violenza sessuale nei confronti di una bambina, è stato prosciolto per intervenuta prescrizione. Un caso riportato dal quotidiano la Repubblica. La storia arriva da Alessandria. Nel 1997 un uomo venne arrestato con l'accusa di aver ripetutamente violentato la figlia della convivente, all'epoca dei fatti di appena sette anni. Condannato in primo grado a dodici anni di carcere, l'uomo è stato prosciolto per sopraggiunta prescrizione. Dal momento delle violenze sono trascorsi vent'anni.
Ingiustizia è stata fatta – Emettendo la sentenza, la giudice della Corte d’Appello Paola Dezani, ha commentato: “Questo è un caso in cui bisogna chiedere scusa al popolo italiano”. Il procedimento è rimasto “appeso” per nove anni. Il presidente della corte d’Appello Arturo Soprano ha commentato: “Si deve avere il coraggio di elogiarsi, ma anche quello di ammettere gli errori. Questa è un’ingiustizia per tutti, in cui la vittima è stata violentata due volte, la prima dal suo orco, la seconda dal sistema”.
A Sky TG24 il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, si è scusato a sua volta dicendo che oggi avrebbe difficoltà a guardare negli occhi quella ragazza, che ha ormai 27 anni.
La lunghezza eccessiva del processo - Il procedimento alla procura di Alessandria è partito con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale. In primo grado l’uomo è stato condannato a 12 anni di carcere. Da Alessandria gli atti giunsero a Torino per il secondo grado. Ma, incredibilmente, il procedimento restò fermo per nove anni; in attesa di essere fissato. Nel 2016, il presidente della corte d’Appello Arturo Soprano, allarmato per l’eccessiva lentezza decise di fare un cambiamento nell’assegnazione dei fascicoli. “La prima sezione ha avuto tra le mani per un anno il caso iniziato nel 1997 – ha spiegato al quotidiano la Repubblica - Ormai, però, era intervenuta la prescrizione”.