A causa di un errore di calcolo, per anni i pendolari hanno pagato fino al 33% in più per le tariffe sovraregionali. Accordo tra Assoutenti e Trenitalia per rimediare. La Conferenza delle Regioni dovrà riformulare i prezzi
Un algoritmo ha calcolato per anni le tariffe dei treni per i pendolari. Ma dopo numerose segnalazioni lanciate dalle associazioni dei consumatori, è stato scoperto che la formula matematica è sbagliata e negli ultimi dieci anni i viaggiatori hanno pagato fino al 33% in più del dovuto. In particolare è il caso degli abbonamenti sovraregionali di Trenitalia, quelli riferiti a tratte che coinvolgono stazioni di partenza e arrivo in Regioni diverse e quindi con prezzi dei titoli di viaggio autonomi.
L'errore è stato riconosciuto dall’azienda di trasporti che si è schierata al fianco dei pendolari. Ora la questione arriverà alla Conferenza delle Regioni per una riformulazione dei prezzi. Le associazioni dei consumatori, invece, minacciano una class action per ottenere i rimborsi dovuti.
L'algoritmo in uso dal 2007 - Nel 2015 i comitati dei pendolari hanno scoperto che la tariffa degli abbonamenti sovraregionali è maggiore della somma delle singole tariffe regionali per le tratte coinvolte. La distorsione tariffaria è stata spiegata dal presidente di Assoutenti Furio Truzzi: "Qualcosa non funziona: c'è un singolare algoritmo (in funzione dal 2007) che anziché rendere le tariffe allineate, le disallinea, con il risultato che con questo sistema si paga di più”.
Trenitalia si è mostrata disponibile e giovedì scorso ha raggiunto un accordo con Assoutenti. L’azienda ha proposto che siano le Regioni a farsi carico del problema dal momento che sono gli enti locali a fissare per legge la formulazione e l’applicazione delle tariffe.
La palla passa alle Regioni - La questione ora arriverà alla Conferenza delle Regioni che dovrà decidere sulla richiesta del “riallineamento tariffario di compensazione rispetto ai maggiori oneri fatti pagare agli abbonati sovraregionali in questi ultimi anni, in modo da garantire equità e giusto trattamento ai pendolari che usufruiscono del servizio ogni giorno”.
Possibile class action - Secondo il presidente di Assoutenti “sono circa 70mila le persone interessate ma è difficile che tutti abbiano conservato le carte per ottenere i rimborsi”. Ma le associazioni dei consumatori minacciano una class action per richiedere il rimborso totale di quanto ingiustamente pagato dagli abbonati per colpa dell'algoritmo che non ha mai considerato l'abbattimento tariffario inversamente proporzionale ai chilometri percorsi.