Gioiellerie e Compro oro, maxi-sequestro di 10 milioni

Cronaca
La valutazione di un gioiello in un "Compro oro" (Fotogramma)
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I carabinieri hanno eseguito cinque provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di un gruppo imprenditoriale genovese

Un’operazione dei carabinieri di Genova ha portato questa mattina all'arresto di cinque persone e alla confisca di beni per 10 milioni di euro nei confronti di un gruppo imprenditoriale attivo nell'acquisto e nella vendita di oro e oggetti preziosi.



L’indagine "Dinasty" - L’indagine, chiamata "Dinasty", è stata condotta dalla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Genova e coordinata dal sostituto procuratore Emilio Gatti. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa contrattuale, frode in commercio aggravata, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori. I carabinieri hanno arrestato cinque persone: tre colpite da provvedimento di custodia cautelare in carcere e due sottoposte agli arresti domiciliari. Un notaio genovese è stato invece interdetto dall'esercizio della professione, con l'accusa di concorso esterno in associazione a delinquere e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Agli indagati (23 in tutto compresi i 5 arrestati) sono stati sequestrati conti correnti e beni tra cui auto di lusso e imbarcazioni, oltre a otto società e sette fra gioiellerie e "Compro oro", per un valore complessivo di dieci milioni di euro.



Gioielli, televendite e Compro oro - Le decisioni del Gip del Tribunale di Genova hanno colpito diversi appartenenti di una famiglia genovese conosciuta per il commercio di gioielli tramite televendite. Tra gli indagati c’è anche un presentatore G. D'A., che conduceva in prima persona le televendite di gioielli e pietre preziose su canali locali satellitari. Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli indagati avrebbero utilizzato i proventi delle vendite pubblicizzate per lanciarsi nel business dei "Compro oro" a metà degli anni 2000, aprendo diversi centri di acquisto nella città di Genova e poi allargandosi gradualmente con una filiale anche a Milano. I "Compro oro" sarebbero stati un metodo di riciclaggio seriale: l'oro usato sarebbe stato comprato ai clienti utilizzando i proventi dei reati contestati dall'accusa, con il grande flusso di denaro che veniva gestito tramite dei sodali prestanome.

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