Sulla bara bianca di una vittima del sisma c’era anche il messaggio di un soccorritore: "Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi”
Un messaggio appoggiato sulla piccola bara, a testimoniare il dolore di un soccorritore che pur mettendocela tutta non è riuscito ad arrivare in tempo e a salvare la vita di una bambina. (LIVEBLOG - FOTO - VIDEO)
"Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi, purtroppo avevi già smesso di respirare, ma voglio che tu sappia da lassù che abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori da lì”.
La lettera - Inizia così la commovente lettera firmata da Andrea, probabilmente un vigile del fuoco e lasciata sulla bara di Giulia, la bambina morta sotto le macerie a Pescara del Tronto. "Quando tornerò a casa mia a L'Aquila saprò che c'è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto ti voglio bene" conclude la lettera.
La storia di Giorgia e Giulia – Quella di Giulia è una vicenda dilaniante, una delle più emblematiche di questo terremoto del 24 agosto 2016. La piccola, infatti, è stata ritrovata sotto le macerie senza vita; col suo corpo, però, ha protetto la sorellina più piccola, Giorgia, di soli 4 anni, estratta viva dalle macerie 16 ore dopo la scossa delle 3.36.
Il ricordo ai funerali - Oggi ad Ascoli Piceno, ai funerali delle vittime del versante marchigiano del terremoto, nel corso dell'omelia il vescovo ha ricordato le due sorelline: "La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, una bimbetta di scarsi cinque anni - ha detto - che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse di nuovo".
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