Ancora polemiche dopo la decisione di non convalidare il fermo del cittadino indiano, denunciato per tentato sequestro di persona e sottrazione di minore. Legnini: "Il problema è nella legge, non nella sua applicazione"
Non si placa la polemica intorno al caso del presunto rapimento di una bambina di 5 anni sul lungomare di Scoglitti, nel Ragusano. Dopo gli attacchi politici e le polemiche sui social, l’Anm e il Csm intervengono per esprimere solidarietà ai colleghi finiti nell’occhio del ciclone per non aver convalidato il fermo del cittadino indiano. L’uomo, denunciato per tentato sequestro di persona e sottrazione di minore, è destinatario di un decreto di espulsione dall'Italia e si trova attualmente in un Cie (Centro di identificazione ed espulsione).
Legnini: “Il problema è nella legge” - Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, è intervenuto dopo aver parlato con il procuratore di Ragusa: “Mi ha assicurato che la procura si è mossa all'interno del perimetro delle disposizioni normative, cioè assumendo un provvedimento legittimo”. Secondo Legnini se per casi come quello di Ragusa “non vi è l’obbligo di disporre la custodia cautelare, il problema è nella legge non nella sua applicazione”.
L’Anm: “Attacchi inaccettabili” - Duro comunicato da parte dell’Associazione nazionale magistrati, che esprime solidarietà al pm vittima di “attacchi inaccettabili, frutto di un approccio superficiale agli accadimenti, determinato dalla non conoscenza degli atti e dei presupposti di legge che hanno portato alle scelte della collega, e che hanno come unica conseguenza quella di non consentire ai magistrati della Procura di Ragusa di svolgere il proprio compito nel giusto clima di serenità".
I pm: applicata la legge - “Il fatto viene considerato dal codice di una gravità minima, anche se comprendiamo che tutto questo allarma i genitori, infastiditi, indignati...”, hanno spiegato il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia e la sostituta Giulia Bisello. Intanto si attende l’esito dell’ispezione richiesta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando.