Scontro treni, capostazione: “Mio via libera non bastava per partenza"

Cronaca

Vito Piccarreta, in servizio alla stazione di Andria il giorno del disastro ferroviario del 12 luglio, ha negato di aver alterato a penna il registro delle partenze. L'uomo è uno dei sei indagati per la strage

"Io non ho scritto questo". Vito Piccarreta, il capostazione indagato per il disastro ferroviario in Puglia del 12 luglio, ha disconosciuto l'alterazione fatta a penna sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria. Interrogato per ore dai pm di Trani, si è difeso così quando gli è stato mostrato il registro di viaggio della sua stazione che risulta alterato.

 

Orario sospetto - I pm non avrebbero chiesto a Piccarreta se fosse sua la correzione a penna, è stato lo stesso macchinista a disconoscerla. Dunque, secondo la versione difensiva, la modifica dell'orario di partenza del treno è posticcia, ma riporta comunque come orario di partenza le 10.59, orario in cui il capostazione dice di aver fatto partire il treno. Piccarreta, infatti, ha detto ai magistrati "di non avere dubbi" sul fatto che il treno sia partito da Andria alle 10.59 per poi scontrarsi poco dopo con quello proveniente da Corato. (IL VIDEO DEL LUOGO DEL DISASTRO A 360 GRADI)

 

Il capostazione ha collaborato coi pm - Fonti investigative hanno fatto trapelare che Piccarreta avrebbe collaborato con i magistrati. Il fatto di avere due treni fermi in stazione, ad Andria, potrebbe averlo indotto ad un automatismo, rivela l'Ansa. L'uomo avrebbe ammesso di aver fatto partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con il treno ET1016. La partenza però non sarebbe stata determinata solo dal suo via libera , ma anche dall'azione di altre persone così come previsto dal regolamento ferroviario. 

 

Gli indagati - Piccarreta è uno dei sei indagati per il disastro ferroviario avvenuto in Puglia. In giornata è in programma anche l’interrogatorio dell’altro capostazione, Alessio Porcelli, in servizio a Corato il giorno della tragedia. Piccarreta e Porcelli sono indagati per omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose e disastro ferroviario insieme ad altre quattro persone. Tra questi anche il capotreno sopravvissuto, Nicola Lorizzo. Poi ci sono i vertici di Ferrotramviaria, la presidente Gloria Pasquini, il dg Massimo Nitti e il direttore d'esercizio, Michele Ronchi. (LE FOTO DEI FUNERALI DELLE VITTIME)

 

 

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