Operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nelle province di Reggio, Roma, Milano, Brescia e Crotone. Eseguite numerose perquisizioni
Un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria è in corso nelle province di Reggio, Roma, Milano, Brescia e Crotone, per l'esecuzione di 10 fermi (otto in carcere e due ai domiciliari) emessi dalla Dda e di numerose perquisizioni. Tra gli indagati dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori. I reati sono concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, truffa, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, intestazione fittizia di beni e estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore di circa 42,5 milioni di euro. In particolare sono state sequestrate 15 società, con relativo patrimonio aziendale o quote societarie, e due esercizi pubblici riconducibili ad alcuni degli indagati
Appalti pubblici a cosche - Secondo quanto emerge dall’inchiesta “Reghion”, condotta dai carabinieri del Reparto operativo dal 2013, a Reggio Calabria operava un "comitato d'affari" composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la "macchina amministrativa comunale" nell'interesse della 'ndrangheta. Il comitato, aggirando la normativa antimafia, riusciva ad orientare la concessione di appalti multimilionari in favore di holding imprenditoriali riconducibili alle cosche. Nell'operazione, a due società operanti nel settore della depurazione delle acque e di fornitura di servizio idrico integrato, è stata contestata la responsabilità amministrativa da reato.