Roma, 13 indagati per Metro C. Tra loro anche ex assessore di Marino

Cronaca
Un'immagine della Metro C di Roma del 2015

Il reato ipotizzato dalla procura della Capitale è truffa aggravata. Iscritti nel registro anche Guido Improta, ex responsabile alla mobilità e l'ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza

Tredici persone, tra dirigenti di Roma Metropolitane e Metro C, oltre all'ex assessore alla Mobilità della giunta Marino Guido Improta e all'ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza, sono indagate dalla Procura di Roma per truffa aggravata negli appalti per la terza linea della metropolitana romana.

Gli episodi contestati agli indagati - Secondo i pm alcuni indagati "mediante artifici e raggiri inducevano in errore il Cipe quanto all'emanazione della libera autorizzativa del pagamento, lo Stato, la Regione Lazio e il Comune di Roma, enti co-finanziatori della costruzione della linea C della metropolitana di Roma, circa il dovuto pagamento dell'importo di 230 milioni di euro a titolo di "somme" così procurando un ingiusto profitto al General contractor Metro C, in quanto la somma non era dovuta". Il capo di imputazione si riferisce al periodo fino al 3 gennaio del 2014. In un secondo episodio  si contesta ad alcuni indagati di avere indotto in errore Stato, Regione e Comune di Roma fino al 1 agosto del 2014 quando vennero stanziati 90 milioni di euro, quale "tranche della prima fase funzionali dei lavori". Nel corso del pomeriggio la Guardia di Finanza ha effettuato numerose perquisizioni in diversi luoghi della Capitale.

Già nel 2012 la Corte dei Conti aveva avvertito: "Costi inaccettabili" - Già nel 2012 la Corte dei Conti in una relazione parlava di "costi inaccettabili, quasi triplicati per l'esecuzione di questa importante arteria sotterranea", senza escludere ipotesi di corruzione. Un anno fa inoltre l'Anac aveva redatto un dossier sull'opera poi inviato alla Corte dei Conti. Nelle carte si parlava di di ritardi e sprechi: costi d'investimento saliti di 700 milioni a fronte di "un ridimensionamento del progetto"; 45 varianti, molte introdotte dopo rilievi archeologici senza "adeguate indagini preventive"; 65 milioni riconosciuti dopo un arbitrato a Metro C per attività "già ricomprese" nell'affido iniziale; "mancanza di trasparenza ed efficienza"; irragionevoli "vantaggi riconosciuti al contraente generale dell'opera".

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