Fino all'8 maggio incontri, proiezioni e mostre sulle violazioni umanitarie e non. La testimonianza di Nadia Murad, giovane yazeeda sfuggita alla schiavitù dell’Isis
“Diritti sulla Terra per la metà del cielo”. Con un occhio rivolto alle donne, ma non solo, si tiene alla Triennale di Milano fino all’8 maggio la prima edizione del “Festival dei Diritti Umani”, organizzato da “Reset-Diritti Umani”, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Comune di Milano, di Città Metropolitana di Milano e dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia.
I temi – Il tema cardine del festival è “il non-diritto di essere donna”. Un argomento attuale, che non conosce confini o latitudini: dalle spose bambine alla discriminazione sul lavoro la questione femminile è un problema riconosciuto e discusso. Tema collaterale è quello della Tunisia, scelta come esempio di un Paese che con molte difficoltà, tra cui l’attentato del 26 giugno scorso al resort nella zona di Sousse, sta riuscendo a superare una crisi politica e istituzionale.
L’obiettivo - Secondo il comitato di coordinamento e direzione, composto da Paolo Bernasconi, Giancarlo Bosetti e dal direttore esecutivo Danilo De Biasio, “il progresso nel cammino dei diritti umani ha bisogno non solo della nostra forte volontà di vedere rispettati i principi di uguaglianza e dignità di ogni singola persona, ma richiede anche la conoscenza delle storie, dei contesti diversi, delle culture in cui quei diritti devono e possono essere rispettati e affermati”.
Gli appuntamenti - Tanti gli eventi in programma, tra gli altri Emma Bonino interverrà sul tema donne e società civile in Tunisia e ci sarà Nadia Murad, la giovane donna yazeeda scappata dall’Isis dopo mesi di schiavitù (guarda l'intervista a Sky TG24). Il festival ospiterà proiezioni di film e documentari e la prima tappa della mostra fotografica sui diritti delle donne e i matrimoni precoci e forzati in Burkina Faso: tra gli scatti anche quelli di Leila Alaoui, la fotografa marocchina uccisa nell’attentato di gennaio 2016 a Ouagadougou.
Il contest – Con l’hashtag #ioalzolosguardo, il festival propone un contest fotografico riservato ai professionisti del settore. Il miglior reportage, oltre a essere premiato, potrà essere sostenuto economicamente dal pubblico con un crowdfunding attivo fino all’8 giugno.