Camorra, appalti truccati: 9 arresti, indagato presidente Pd campano

Cronaca

Stefano Graziano è accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Perquisiti il suo ufficio e la sua abitazione: "Mi autosospendo dal partito"

Concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. E' l'ipotesi di reato contestato dai pm della Dda di Napoli al presidente del Pd Campania, nonché consigliere regionale, Stefano Graziano. "Ho sempre agito nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e legalità", ha detto lui annunciando la sua autosospensione dal partito. Nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità in gare di appalto pubblico al fine di agevolare il clan camorristico dei Casalesi, che ha portato all'esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare, è stata eseguita a suo carico una perquisizione nei suoi uffici e nella sua abitazione.

A quanto si è appreso, al vaglio degli inquirenti vi sarebbe, tra l'altro, il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell'imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, arrestato oggi nell'ambito della stessa inchiesta.

 

Avrebbe chiesto voti ai clan - L'ipotesi degli inquirenti è che l'esponente politico abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l'elezione del Consiglio regionale della Campania. Graziano si sarebbe posto "come punto di riferimento politico ed amministrativo" del clan Zagaria (del quale è accusato di far parte Alessandro Zagaria, omonimo del boss, arrestato oggi). Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra Alessandro Zagaria e Biagio Di Muro, l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, anch'egli arrestato oggi. Colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all'appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest'ultimo si sarebbe attivato - ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda - per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell'inchiesta.

 

Guerini: "Chiarezza al più presto" - "Sulle notizie che arrivano da Caserta ci auguriamo che si faccia chiarezza al più presto, che si possano rapidamente chiudere le indagini e definire la posizione di chi è coinvolto -  dice Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito democratico - Nel frattempo, totale e incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura"

Aggiornamento: con sentenza depositata l’11 giugno 2019, la Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato in primo grado l’imprenditore Alessandro Zagaria per il contestato concorso in corruzione, mentre lo ha assolto per i restanti capi d’accusa, ivi compresa per l’aggravante mafiosa.

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