Il ministro degli Esteri assicura: "Se si pensa che col trascorrere del tempo rinunceremo a chiedere spiegazioni sull'omicidio di Giulio, si sbaglia"
La posizione dell’Italia sul caso Regeni non cambia: "Pretendiamo la verità". Sono queste le parole del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il giorno dopo la notizia diffusa da fonti di intelligence del Cairo secondo cui il ricercatore italiano sarebbe stato arrestato dalla polizia il 25 gennaio, anniversario delle proteste di piazza Tahrir e giorno della scomparsa.
"Pretendiamo la verità" - "Aldilà delle valutazioni su queste notizie, che non spetta al governo fare, è comunque chiaro che queste informazioni ci confermano nella nostra posizione che abbiamo assunto in modo molto chiaro in queste settimane", ha detto il titolare della Farnesina a margine di un convegno a Milano. "Se qualcuno pensa che il trascorrere del tempo farà modificare la posizione del governo italiano, se si pensa che col trascorrere del tempo rinunceremo a chiedere e a pretendere la verità sull'omicidio di Giulio Regeni, si sbaglia", ha aggiunto.
Regeni arrestato il 25 gennaio – Secondo dichiarazioni delle forze di sicurezza e dei servizi segreti egiziani, Giulio, il 25 gennaio, è stato detenuto dalla polizia egiziana e trasferito in un compound gestito dal Dipartimento di sicurezza. Notizia questa che, se confermata, smentirebbe la versione ufficiale dell'Egitto secondo cui i servizi di sicurezza non avrebbero alcun tipo di responsabilità nel caso Regeni.