La procura di Arezzo avvia le indagini. Al momento, non ci sono indagati. La notizia arriva dopo che il Tribunale ha dichiarato che c’è una "irreversibilità dello stato di crisi" del vecchio istituto ed un "drammatico ed irreversibile dissolvimento dello stato patrimoniale dell'ente"
Sul tavolo della Procura di Arezzo c’è il fascicolo per bancarotta, al momento senza indagati, nel caso di Banca Etruria. La notizia, diffusa da fonti giudiziarie, arriva dopo che il Tribunale aretino ha dichiarato insolvente la "vecchia" banca.
Irreversibilità dello stato di crisi – Nelle 15 pagine della sentenza del collegio fallimentare, presieduto da Clelia Galantino, si legge infatti che c'è una "irreversibilità dello stato di crisi" del vecchio istituto ed un "drammatico ed irreversibile dissolvimento dello stato patrimoniale dell'ente". Sono state inoltre rigettate le eccezioni di costituzionalità sul decreto salva-banche sollevate dalla difesa dell'ultimo presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, e il merito sulla mancanza dei requisiti di insolvenza.
Bancarotta fraudolenta - Il fascicolo per bancarotta fraudolenta sarebbe il quinto aperto dalla procura su Banca Etruria. Tra i casi che potrebbero confluire nel nuovo filone d’inchiesta ci sono le consulenze per 17 milioni, la liquidazione da 1,2 milioni all'ex direttore Luca Bronchi, i premi ai dipendenti e soprattutto i crediti finiti in sofferenza per quasi 2 miliardi di euro.
Cinque fascicoli - Gli altri quattro fascicoli riguardano l'ostacolo alla vigilanza di Banca d'Italia per il quale il 10 marzo appariranno dinanzi al Gip Anna Mario Lo Prete Giuseppe Fornasari, Luca Bronchi e il direttore centrale David Canestri; il secondo è quello delle false fatturazioni con avviso di chiusura indagini bis a carico ancora di Fornasari e Bronchi; il terzo il conflitto di interessi nel quale sono indagati Lorenzo Rosi e l'ex consigliere Luciano Nataloni; il quarto quello relativo alla truffa ai danni dei risparmiatori per le obbligazioni subordinate.