Pedofilia, nel deep web organizzazioni criminali con capi e gerarchie

Cronaca

Chiara Ribichini

Foto di archivio

C’è una rete nascosta dove i pedofili non solo si scambiano materiale pedopornografico ma si associano in comunità che ricordano quelle di stampo mafioso. Con tanto di leader e regole da rispettare. LA COVER STORY

“Una comunità pedofila ha delle proprie regole, ferree e stringenti. E una struttura gerarchica che replica quella delle organizzazioni criminali tradizionali. Con tanto di leader e posizioni da scalare”.

C’è un web sommerso dove i pedofili navigano in perfetto anonimato. Si incontrano e si scambiano materiale pedopornografico. Non solo. Lì, in quella rete nascosta, oggi si associano in delle vere e proprie organizzazioni criminali. Con capi e regole da rispettare, come rivela il Dirigente della Divisione Investigativa della Polizia postale Carlo Solimene.

“Possiamo dire che simulano un’organizzazione criminale tradizionale, replicando anche la struttura gerarchica. Per salire di grado all’interno della comunità pedofila conta la tipologia e non la quantità del materiale pedopornografico. Le immagini e i filmati autoprodotti, ad esempio, hanno un valore superiore”. La prima regola che deve rispettare chi appartiene a una comunità pedofila è la totale riservatezza sugli altri componenti dell’organizzazione. Una regola fondamentale per chi si muove nel regno dell’illecito. “Chi viola delle regole basiche viene espulso dalla comunità pedofila” aggiunge Solimene.

 

Operazione Babylon, Prestipino: “Scoperte organizzazioni criminali con capi e regole” - A scoperchiare il vaso di Pandora è stata l’operazione Babylon, che lo scorso luglio ha portato alla scoperta di un mercato illegale nel deep web, quell’internet nascosto a cui chiunque può avere accesso scaricando il programma Tor. Un mondo sommerso dove si può trovare di tutto, diventato inevitabilmente il regno dell'illecito grazie all'anonimato garantito a chi naviga. Ciò che è emerso con l'operazione Babylon è una silk road tutta italiana dove si poteva acquistare materiale pedopornografico, armi, documenti falsi. Un’indagine modello, come spiega il procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Roma Michele Prestipino.

“Per la prima volta si è affrontato un mondo che fino ad ora è stato sconosciuto alle indagini di tipo giudiziario e che non è mai entrato nelle aule dei processi. Ed è il mondo del darkweb. Lo scenario che si è aperto è davvero sorprendente. Noi cercavamo i siti dove i pedofili si scambiano materiale pedopornografico e abbiamo trovato un mercato illegale dove ci si scambia di tutto. E con in più un fenomeno nuovo: all’interno di queste reti operano delle comunità di soggetti che hanno costituito delle vere e proprie organizzazioni criminali estremamente strutturate. Con regole, distinzione di compiti e ruoli e grande capacità di fare sempre nuovi adepti. Con attività di proselitismo e affiliazione di nuovi associati. E con una serie di prove non solo di fedeltà e di riservatezza”.

 

Associazioni simili a quelle di stampo mafioso – All’interno di queste comunità virtuali, continua Prestipino, ci sono soggetti “che hanno assunto una vera e propria leadership, dettano le regole, vigilano sull’osservanza delle regole e applicano le sanzioni”. In sintesi, si tratta di associazioni molto simili a quelle di stampo mafioso ma con una differenza:  il campo d’azione. “Hanno un luogo di espansione molto diverso degli interessi criminali, che non è il territorio materiale ma è un luogo virtuale ma è molto pericoloso perché tutti possono avere accesso ad esso”. Il deep web rappresenta dunque, come sottolinea Prestipino, “un luogo nuovo di penetrazione degli interessi criminali ed ha delle potenzialità incredibili perché qui si possono incontrare un numero indefinito di persone e questo costituisce un volano criminale davvero straordinario”.

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