Mafia, 6 arresti e vecchi riti: elezioni per il boss e baci in fronte

Cronaca
Foto d'archivio

Blitz a Palermo contro la cosca di Santa Maria di Gesù nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Salvatore Sciacchitano. Grazie all’uso delle cimici, gli investigatori hanno scoperto che i vertici del clan venivano designati attraverso il voto. GUARDA LE FOTO

Avevano organizzato una vera e propria campagna elettorale - con tanto di voti - per eleggere i nuovi vertici di Cosa Nostra nel mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù. I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito all’alba di venerdì 11 dicembre sei provvedimenti di fermo, emessi dalla Dda, nei confronti di persone accusate a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa e reati legati al possesso di armi.


Le indagini riguardano la famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù e avrebbero svelato il coinvolgimento della cosca  nell'omicidio di Salvatore Sciacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi, avvenuti a Palermo il 3 ottobre scorso. Dalle attività investigative è emerso anche che i vertici del clan venivano designati attraverso elezioni a cui partecipavano uomini d'onore, secondo una prassi di cui i pentiti hanno parlato negli anni '80.

 
La designazione dei capi - Grazie all’aiuto di cimici e intercettazioni, le indagini hanno svelato inoltre come resistano i vecchi riti: uno su tutti, il bacio in fronte per i futuri boss (GUARDA LE FOTO). Per decidere alleanze e candidature, i mafiosi avevano scelto una sala da barba: è lì, nel cuore del feudo mafioso di Santa Maria di Gesù, che si riunivano prima di dar via alle elezioni per il rinnovo dei vertici del clan. Dall'inchiesta, dunque, emerge il ritorno ai vecchi metodi di designazione dei capi, una sorta di "democratizzazione" criminale seguita agli anni di tirannia dei corleonesi di Totò Riina.


L'esecuzione per vendetta - Sciacchitano avrebbe partecipato a un agguato contro un pregiudicato vicino alla cosca. Dopo poche ore sarebbe stato punito: segno della capacità militare del clan, in grado di organizzare in pochissimo tempo una reazione militare all'aggressione di uno dei suoi.

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