Donna uccisa ad Ancona, la figlia della vittima: "Non doveva finire così". In carcere il suo fidanzato

Cronaca
Il condominio dove è avvenuto l'omicidio

"Non volevo uccidere" dice il 18enne, che confessa di aver sparato alla madre della ragazza. Il padre dell'omicida lo difende e punta il dito contro la 16enne: "Lei lo ha plagiato”. La giovane è accusata di concorso in omicidio

"Non doveva finire così”. Le lacrime della sedicenne in una stanza della caserma dei carabinieri, pochi metri più in là Antonio, il fidanzato 18enne, che ripete "non volevo uccidere, volevo solo un chiarimento con i genitori della mia ragazza: ma il padre mi è venuto addosso e io ho sparato. Non ricordo nient'altro". E' il racconto a due voci dei fidanzati di Ancona, fermati per l'omicidio della madre della ragazza e il ferimento del padre, in fin di vita in ospedale.

 

La ricostruzione  - Antonio, aspirante cuoco, amante della boxe, e la ragazzina, studentessa di un istituto tecnico, sono scappati insieme dopo la sparatoria: in autobus hanno raggiunto la stazione di Falconara marittima, da dove il ragazzo avrebbe chiamato i genitori per costituirsi. La pistola, una cal. 9X21, con la matricola abrasa, ha detto di averla portata e impugnata lui, per poi gettarla in un cassonetto. "Io non l'ho toccata", ha confermato lei davanti al pm dei minori Anna Weger.

A far ritrovare l'arma è stato Antonio, ora rinchiuso nel carcere di Ancona, mentre la minore è stata portata in una struttura protetta della città, in attesa della nomina di un tutore. Entrambi sono accusati di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, e sono stati sottoposti alla prova Stub.

 

In fin di vita il padre - Otto i colpi esplosi: due, di cui uno alla testa, hanno raggiunto la donna; altri quattro o cinque il marito (uno alla nuca, mentre tentava di fuggire in terrazzo). Difficilmente l'uomo si salverà. Gli è stato estratto il proiettile dal cranio, ma le sue condizioni appaiono disperate. L'autopsia sulla moglie è fissata per martedì.

 

Da chiarire i ruoli dei due fidanzati -  Fin qui i fatti certi. Ma poi, in questa storia di amore e morte, si spalanca una ridda di accuse e suggestioni in cui è difficile capire dove stia la verità. La sedicenne è stata descritta come "glaciale" durante l'interrogatorio: "Non è vero" si indigna il difensore, l'avv. Paolo Sfrappini: "Ha pianto, ha chiesto del padre, era sotto choc, tremava, non è una nuova Erika".

 

La minorenne: “Non doveva finire così” - "Litigavamo è vero, ma non in modo esagerato", ha ammesso la minorenne parlando del genitore, il più deciso nell'opporsi alla relazione con Antonio. "Eravamo andati dai miei per un chiarimento, non doveva finire così. Siamo entrati in casa insieme, e quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita, Dopo l'ho seguito perché avevo paura". Il tempo di riprendere fiato, e: "Antonio dove lo portano adesso?", "io non voglio andare dai miei parenti, mi vergogno". E un "vi chiedo aiuto" rivolto agli inquirenti.

 

 

Il padre difende Antonio e accusa la ragazza - Di Antonio parlano il collasso accusato dopo il fermo, la depressione, e, soprattutto, i presunti tentativi di suicidio rivelati dal padre; un fiume in piena nel difendere il figlio "gigante buono", "bravo ragazzo", a suo dire manovrato dalla sedicenne. "L'hanno descritto come un mostro, ma non lo è. Lei è sveglia, lo ha plagiato. La porta di casa dei genitori l'ha aperta lei. C'è stata una colluttazione, e lei ha detto sparagli!..". L’uomo descrive poi i ripetuti tentativi di suicidio e atti autolesionistici da parte dei due innamorati.

 

 

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