Svolte nelle indagini sull'uccisione di Franco Seramondi e della moglie, morti martedì nella loro pizzeria d'asporto. Due stranieri, un indiano e un pakistano, sono stati portati in questura con l'accusa di essere gli esecutori materiali del delitto. Sono anche loro attivi nel settore della ristorazione
Sono stati fermati nel primo pomeriggio di domenica 16 i presunti esecutori materiali del duplice omicidio di Francesco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari, i coniugi uccisi martedì mattina nella loro pizzeria da asporto “da Frank” a Brescia. Si tratta di due stranieri arrestati nella Bergamasca: un indiano e un pakistano, legati a un'attività concorrente della pizzeria delle vittime. Si tratterebbe delle persone alle quali Francesco Seramondi aveva ceduto la prima pizzeria da asporto "Dolce e Salato", poi fallita qualche mese dopo il passaggio di quote. Le due attività erano nello stesso piazzale, una davanti all'altra.
La rivalità tra le due pizzerie - Proprio la rivalità sul mercato, oltre ad accordi economici non rispettati, rappresenterebbero il movente della morte dei coniugi Seramondi. Pare che gli assassini dovessero ancora del denaro alle vittime, ma non erano più in condizioni di pagare. Tra Seramondi e i suoi killer i rapporti iniziarono ad incrinarsi nel 2010 quando un'ordinanza del Comune di Brescia obbligava la proprietà del Dolce e Salato a chiudere alle 22, per motivi di ordine pubblico, mentre la pizzeria da Frank poteva rimanere aperta tutta la notte.
Recuperata l'arma del delitto - Gli agenti della Squadra Mobile di Brescia hanno anche recuperato in un campo l'arma del delitto: si tratta di un fucile a canne mozze come già era stato ipotizzato dagli inquirenti. I killer hanno infatti sparato ripresi dalla telecamera interna della pizzeria, prima di scappare a bordo di uno scooter di piccola cilindrata. Gli inquirenti sono arrivati agli assassini dalla targa del motorino immortalata, dopo l'omicidio, da alcune telecamere di sicurezza installate in strada. Anche lo scooter usato per il duplice omicidio è stato trovato e posto sotto sequestro.
Alfano: “Il presidio dello Stato funziona” - Confermando l'arresto degli esecutori materiali dell'agguato di Brescia, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha detto: "Il presidio dello Stato funziona, è attivo ed è efficace e rafforza il senso di sicurezza e di protezione nei cittadini. Mi congratulo - ha aggiunto Alfano - con la polizia e la Magistratura di Brescia per il silenzioso e incessante lavoro".