Uber Pop, il tribunale conferma lo stop

Cronaca
Un'immagine d'archivio dell'app Uber (Getty Images)
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I giudici hanno ribadito il blocco dell'app in tutta Italia e respinto le richieste della multinazionale. Accolte le istanze dei tassisti. Tra le motivazioni della sentenza: l'aumento del traffico, l'assenza di regole sui prezzi e la mancanza di sicurezza

Il tribunale di Milano ha confermato il blocco in tutta Italia della app Uberpop. Nelle scorse settimane i giudici milanesi avevano già disposto l'inibitoria all'utilizzo del servizio, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti. La multinazionale che gestisce il servizio aveva presentato un reclamo nel quale chiedeva la sospensione dell'inibitoria, richiesta bocciata nei giorni scorsi. Oggi è stato respinto anche il reclamo nel merito.

Confermato blocco di Uber-pop - I giudici della Sezione specializzata imprese di Milano hanno accolto anche il ricorso delle associazioni di categoria dei tassisti, riguardante la singola posizione di un driver della app Uberpop. Ricorso questo che, invece, non era stato accolto nel primo provvedimento del maggio scorso.
"Il Tribunale di Milano - hanno spiegato i legali dei tassisti - ha definitivamente confermato il blocco del servizio Uber-pop in tutto il territorio italiano, per evidente concorrenza sleale, ed ha esteso l'inibizione anche nei confronti del singolo driver. Non possiamo che essere soddisfatti di questo risultato", hanno aggiunto. È la terza volta, infatti e nell'arco di meno di tre mesi, che i giudici milanesi hanno emesso provvedimenti volti al blocco della app. A questo punto non ci sono davvero più alibi: il servizio non potrà più essere riattivato".

La sentenza del 26 maggio - Lo scorso 26 maggio il Tribunale di Milano aveva accolto il ricorso in via cautelare ed urgente presentato dalle organizzazioni sindacali e di categoria dei tassisti e dei radiotaxi, che avevano chiesto l'oscuramento di Uber-pop e l'inibitoria del servizio, in quanto la multinazionale avrebbe fatto "concorrenza sleale" riuscendo a praticare tariffe più basse con autisti senza licenza. Il 10 giugno, inoltre, il presidente della sezione Marina Tavassi aveva respinto la richiesta di Uber di sospendere il blocco della app in attesa della decisione nel merito sul reclamo, arrivata oggi e ancora una volta sfavorevole alla app.

Giudici: "App non garantisce sicurezza" - La app Uberpop "non vale a limitare in alcun modo l'inquinamento o la concentrazione del traffico". Così si sono espressi i giudici nel motivare la decisione. Nel provvedimento, il collegio, parla di "ragioni di sicurezza del consumatore" che il servizio, che permette a chiunque di fare il driver anche senza licenza, non garantirebbe. In più, secondo i giudici, "il sistema dei prezzi di Uber Pop" non ha "regole predeterminate e trasparenti ed anche questo elemento non va certo a vantaggio dei consumatori".

Le motivazioni: "Libera concorrenza ad armi pari" - Infatti, secono i giudici, ai clienti della app Uberpop non vengono fornite informazioni né sullo "stato dell'auto" né sulla "persona che sarà alla guida" e, dato che "il pubblico di Uber è un pubblico notoriamente giovane ai cui occhi queste preoccupazioni possono apparire esageratamente pessimistiche", diventa "ancora più facile per alcuni approfittare della fiducia ingenuamente riposta nella sicurezza del sistema stesso e nell' affidabilità del conducente".
Se qualcuno riporta "lesioni", inoltre, "Uber non risponde in nessun modo", perché non ha un'assicurazione di tipo commerciale. I giudici prendono "atto degli sviluppi delle nuove tecnologie e delle rinnovate esigenze del mercato" e, tuttavia, spiegano che "la libera concorrenza" deve "esplicarsi a parità di armi", senza che possano esserci "indebiti vantaggi" per alcuni, come per Uber nei confronti dei tassisti, derivanti dal mancato "rispetto di regole imposte dal settore", in questo caso quello dei trasporti.

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