Compravendita senatori: Berlusconi condannato a 3 anni

Cronaca

"Sentenza assurda": così l'ex presidente del Consiglio commenta la decisione del tribunale di Napoli che l'ha giudicato colpevole di concorso in corruzione insieme a Valter Lavitola. Prodi: "Sarei ancora premier". Il processo si prescriverà il 6 novembre

Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a Napoli a tre anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici per concorso in corruzione per la presunta compravendita di senatori che nel 2008 causò la caduta del governo Prodi. Tre anni di reclusione sono stati inflitti anche all'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola. Il processo andrà in prescrizione a novembre.

Berlusconi: sentenza assurda, processo politico - Immediata la replica dell'ex premier che, in una nota, parla di "sentenza politica al termine di un processo solo politico costruito su un teorema accusatorio risibile". E aggiunge: "Resto sereno, certo di aver sempre agito nell'interesse del mio Paese e nel pieno rispetto delle regole e delle leggi, così come continuerò a fare".

Prodi: sarei ancora premier - E interviene anche romano Prodi che dichiara di non essersi "costituito parte
civile perché ritengo che sia stata lesa la democrazia e non la mia persona". E aggiunge: "C'erano delle voci, ma, come dissi al giudice, non ne sapevo nulla. Se lo avessi saputo sarei ancora presidente del Consiglio".

La sentenza - Secondo l'accusa, Berlusconi sarebbe riuscito a far cadere il governo allora presieduto da Romano Prodi comprando i voti di alcuni senatori, in particolare di Sergio De Gregorio, eletto con l'Idv e poi passato al centrodestra. In questo stesso processo, De Gregorio ha patteggiato una condanna a un anno e otto mesi. Nel corso delle udienze sono stati ascoltati vari testi tra cui lo stesso Prodi, l'ex ministro della Giustizia Anna Finocchiaro, il forzista Denis Verdini e l'ex premier Lamberto Dini.

Secondo il collegio difensivo di Berlusconi, composto oltre che da Ghedini dagli avvocati Michele Cerabona, Bruno Larosa e Franco Coppi, "tutti i testimoni e tutte le prove documentali hanno dimostrato la totale inconsistenza dell'assunto accusatorio".

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